di Ludovico Conti
Lallo, un giovane ragazzo di soli 17 anni, aveva sempre saputo di voler combattere il fascismo. Quando l’armistizio fu proclamato, decise di unirsi al Partito d’Azione, insieme al suo caro amico Ferdinando Agnini. Entrambi furono tra i fondatori dell’Associazione rivoluzionaria studentesca italiana (ARSI).
Il 3 febbraio del 1944, venne a sapere che i tedeschi stavano pianificando una retata nel quartiere di Monte Sacro. Non esitò un momento e corse ad avvertire i suoi compagni antifascisti, dando loro tempo per mettersi al sicuro. Un gesto eroico che però non gli risparmiò l’arresto.
Preoccupato per sua madre, decise di passare a salutarla prima di tornare a casa. Fu proprio in quel momento che le SS lo arrestarono insieme al suo amico Nicola Rainelli. Fu portato in via Tasso, dove fu rinchiuso per diversi mesi. Non smise mai di sperare in un miracolo, fino al 24 marzo del 1944, quando il suo destino fu segnato.
Venne condotto alle Fosse Ardeatine con Nicola Rainelli e molti altri prigionieri politici. Lì, furono tutti fucilati. La morte di Lallo fu un duro colpo per tutti coloro che lo conoscevano. Era un giovane coraggioso che aveva lottato per garantire un futuro migliore agli italiani. La sua eredità vive ancora oggi come un simbolo della lotta contro il fascismo e della gioventù italiana che ha combattuto per la libertà.