Ascanio Celestini: "Giusto il referendum, aver dato le armi all'Ucraina è stata un'impresa fallimentare"
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Ascanio Celestini: "Giusto il referendum, aver dato le armi all'Ucraina è stata un'impresa fallimentare"

Il regista e drammaturgo Ascanio Celestini spiega perché per lui è giusto aver indetto un referendum contro l'invio delle armi in Ucraina

Ascanio Celestini: "Giusto il referendum, aver dato le armi all'Ucraina è stata un'impresa fallimentare"
Ascanio Celestini
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26 Aprile 2023 - 16.36


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«Penso sia giusto aver indetto un referendum contro l’invio delle armi in Ucraina. Sin dall’inizio sono stato contro la guerra. Ad oggi, un’impresa fallimentare, sono morte migliaia di persone e ci troviamo come un anno fa. Non è cambiato molto». 

E’ quanto ha dichiarato  l’attore, regista e drammaturgo Ascanio Celestini. Celestini, però, dimentica che senza gli aiuti l’invasione russa sarebbe arrivata a Kiev e occupato tutte le coste del mar Nero, con gravi conseguenze sui commerci e sulla sicurezza dell’area. Perché non ne tiene conto?

«Quelli che sono favorevoli all’invio delle armi – ha aggiunto- ci dicano almeno quali sono le prospettive. La prospettiva è continuare a far morire migliaia di persone senza che cambi nulla in Ucraina? Se il futuro di questa guerra è legato alla continuazione del conflitto da parte della Federazione Russa o alla riconquista, da parte dell’Ucraina, di tutti i territori compresa la Crimea, siamo molto, molto lontani dall’obiettivo della pace».

Vero però Celestini dica pure qual è l’idea sua: ossia che un paese aggredito i cui territori sono stati invasi accetti l’invasione in attesa della prossima?  Il ‘non detto’ da quelle parti è uno solo: poiché si considera l’Ucraina un paese se non nazista quantomeno un paese che ha inserito estremisti di destra nei suoi ranghi, allora Kiev non merita solidarietà.

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Infatti quando c’è stato da dare le armi ai curdo-siriani per la difesa del Rojava e non solo dall’Isis non sono giunte voci contrarie né qualcuno ha chiesto loro di sedersi ad un tavolo e trattare con al-Baghdadi che decapitava i prigionieri e rendeva schiave le donne yazide.

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