Otto attivisti e attiviste de Il Campo Innocente, in solidarietà con Amleta, associazione di contrasto alla disparità e alla violenza di genere nel mondo dello spettacolo, hanno manifestato fuori del teatro Eliseo di Roma per contestare le parole di Luca Barbareschi, direttore artistico del teatro nella stagione 2001-2002, che in un’intervista a La Repubblica ha negato legittimità alle parole di chi denuncia molestie e stupri, accusando le vittime di violenza sostenute dal lavoro del collettivo femminista di essere “attrici in cerca di visibilità”.
“Un distillato di maschilismo, e cultura dello stupro, parole inaccettabili”, dicono gli attivisti, in una realtà macchiata da forme di violenza, sessismo e precarietà che pervadono anche il mondo artistico ed i suoi artisti e lavoratori. Così, il collettivo di artisti e artiste risponde con un’azione dimostrativa, spogliandosi dalla vita in giù e scrivendo nei loro cartelloni “lo stupro non è un Barbatrucco”.
Anche Elisa Ercoli, la presidente di Differenza Donna, che ha fornito supporto legale alle denunce di Amleta, spiega: “Le dichiarazioni di Barbareschi sono un tentativo di salvataggio dei privilegi patriarcali di potere maschile per continuare ad agire violenza senza avere il rischio di essere riconosciuti e pagare per i gravi reati commessi. Chi come lui sminuisce la gravità della violenza e sposta la responsabilità della violenza dagli uomini violenti alle donne nega la realtà dei fatti e diventa connivente, corresponsabile, corrotto”: