Egitto: scoperti i più grandi laboratori di imbalsamazione nella necropoli di Saqqara
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Egitto: scoperti i più grandi laboratori di imbalsamazione nella necropoli di Saqqara

Le autorità egiziane hanno riferito che un laboratorio era dedicato all’imbalsamazione di corpi umani, mentre l’altro per gli animali considerati “sacri”. Rivenute anche due tombe e una collezione di manufatti

Egitto: scoperti i più grandi laboratori di imbalsamazione nella necropoli di Saqqara
Foto tratta da Ansa
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28 Maggio 2023 - 17.45 Culture


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A Saqqara, in Egitto, sono stati trovati a Saqqara i due più grandi laboratori di imbalsamazione egizi: una scoperta archeologica sensazionale, che può far luce sul complesso processo di imbalsamazione degli antichi Egizi. È stato annunciato attraverso un comunicato dal ministero delle Antichità egiziano, specificando che uno è dedicato all’imbalsamazione dei corpi umani, l’altro per gli animali considerati “sacri”. Gli occhi sono quindi puntati sulla necropoli di Saqqara, il sito funerario reale che si trova circa a 30 km del Cairo, considerata dagli esperti, archeologici e studiosi, come “una delle più grandi necropoli reali d’Egitto che ospita il più antico edificio in pietra della storia, la Piramide a gradoni di Djoser”. Inoltre, durante la missione archeologica, cominciata dall’agosto scorso, oltre ai laboratori di imbalsamazione, sono state scoperte anche “due tombe” e “una collezione di manufatti”. Il ministero ha spiegato che i due laboratori risalgono alla trentesima dinastia del periodo tolemaico, mentre le due tombe si collocano storicamente nell’Antico e nel Nuovo Regno.

L’interesse principale è sui laboratori di imbalsamazione. Il laboratorio dedicato ai corpi umana ha “una forma rettangolare ed è suddiviso all’interno in diverse stanze dotate di letti di pietra dove il defunto veniva adagiato per la mummificazione. Ogni letto è lungo due metri e largo 50 cm”, si legge nella nota. “Ogni letto è lungo due metri e largo 50 cm”, si precisa, “entrambi sono ricoperti di gesso e terminano con canali di scolo. Inoltre, “all’interno di ogni stanza del laboratorio, la missione ha portato alla luce una collezione di vasi di argilla, tra cui quelli utilizzati per la mummificazione, nonché una collezione di strumenti e vasi rituali”. Il laboratorio destinato all’imbalsamazione degli animali considerati “sacri”, invece, ha una “forma rettangolare” ed è “fatto di fango con pavimenti in pietra; È costituito da un gruppo di stanze all’interno delle quali è stata trovata una collezione di vasi di argilla e di sepolture per animali insieme a strumenti di bronzo utilizzati nel processo di mummificazione”.

Le tombe scoperte appartengono a due sacerdoti: nello specifico una appartiene ad “un alto funzionario della V dinastia (2400 a.C), chiamato Ne Hesut Ba, il capo degli scribi e il sacerdote di Horus e Maat”, mentre l’altra è di un “sacerdote Qadish, chiamato Men Kheber, della XVIII dinastia (1400 a.C). Come viene riportato su Ansa nel dettaglio, la tomba dell’Antico Regno, di tipo “mastaba”, presenta una facciata dipinta su pietra con incisi i nomi del defunto e della sua consorte, un’architrave con i diversi titoli della coppia, e pitture raffiguranti scene di vita quotidiana, tra la coltivazione e la caccia. La tomba del Nuovo Regno è scavata nella roccia ed è simile alla tomba dell’Antico Regno: ha una porta e un architrave decoranti i nomi del defunto e della moglie. Al suo interno è stata rivenuta una nicchia con una statua in alabastro lunga un metro, decorata con geroglifici blu che rappresentano il proprietario della tomba, vestito con un abito lungo, una parrucca, e un fiore di loto in mano.

Per quanto riguarda gli altri simulacri, sono degni di menzione la collezione di statue in legno di un uomo di nome Nesu Henu e di sua moglie, della V dinastia, e una bara antropoide risalente al III Periodo intermedio. Sono state trovate le “ushabti”, una collezione di statuette funebri.

Tutte queste importanti scoperte sono state illustrate al pubblico in una conferenza stampa tenuta sul posto da Mostafa Waziri, il segretario generale del Supremo consiglio delle antichità egiziane, e Ahmed Issa, il ministro del Turismo e delle Antichità.

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