Anna Frank e l'arresto da parte della Gestapo
Top

Anna Frank e l'arresto da parte della Gestapo

Annelies Marie Frank nacque a Francoforte sul Meno il 12 giugno 1929. La sua famiglia fu arrestata dalla Gestapo

Anna Frank
Anna Frank
Preroll

globalist Modifica articolo

12 Giugno 2023 - 09.12


ATF

E’ l’ultima frase dell’ultimo appunto di Anna Frank sul suo diario. A “Kitty”, l’amica immaginaria a cui il diario è rivolto come in un dialogo e il cui nome è ispirato al personaggio di una serie di libri dell’autrice olandese Cissy van Marxveldt, Anna racconta in questo passo scritto il 1 agosto 1944 la sua frustrazione di ragazzina che si sente un “fastello di contraddizioni” mal compresa dagli altri e dalla famiglia.  Proprio la famiglia Frank fu tradita da un informatore anonimo e arrestata il 4 agosto  del 1944 dalla Gestapo nell’appartamento segreto in cui si nascondeva e quello è dunque rimasto il finale amaro di un diario che, quando fu pubblicato postumo nel 1946 colpì invece per lo strenuo ottimismo e la toccante fede nell’umanità che vi traspare a dispetto dei tempi oscuri. Forse fu proprio questo “fastello di contraddizioni” tra luci e ombre a decretare l’immediato successo e popolarità del diario stesso. 


Annelies Marie Frank nacque a Francoforte sul Meno il 12 giugno 1929, seconda figlia del veterano di guerra e banchiere Otto Frank e Edith Frank (nata Hollander), figlia di un ricco industriale. Otto ed Edith non erano ebrei praticanti, tuttavia entrambi erano ben inseriti nella comunità ebraica di Francoforte. Nel giorno del suo tredicesimo compleanno la giovane ragazza ebrea ricevette in regalo un diario, aprì la copertina di tessuto bianco e rosso e cominciò a scrivere: “Spero che ti potrò confidare tutto, come non ho mai potuto fare con nessuno, e spero che sarai per me un gran sostegno.” Anna morì di tifo accanto alla sorella Margot nel campo di sterminio di Bergen-Belsen tra il febbraio e il marzo del 1945.


L’ascesa del nazismo negli anni ’30 costrinse Otto a chiudere la banca e fuggire in esilio, portando la famiglia prima ad Aquisgrana e poi, nel 1936, nei Paesi Bassi. Qui Otto fondò una nuova società, la Opekta, che produceva pectina come addensante per la marmellata. Questa nuova vita durò fino al 1940 quando Hitler invase i Paesi Bassi. Nonostante la promulgazione delle leggi anti-ebraiche Otto riuscì ad evitare che la sua ditta fosse confiscata dai nazisti trasferendo la proprietà al suo amico, Jan Gies. Anne e la sorella Margot furono costrette a trasferirsi in una scuola per soli ebrei. Nel luglio del 1942 la situazione stava precipitando e la famiglia decise di nascondersi. Gies e sua moglie Miep ospitarono i Frank in una dependance segreta negli uffici della Opekta. E fu proprio lì che l’amico Gies avrebbe trovato il diario, i taccuini, le lettere e altri scritti di Anna il giorno dopo l’arresto dei Frank e che dopo la fine della guerra avrebbe riconsegnato al padre, sopravvissuto ad Auschwitz.

A dicembre di quello stesso 1942, Anna aveva già quasi riempito il suo diario, ma continuava a fare annotazioni su annotazioni, scrivendo anche poesie e racconti. La ragazza ebrea nata 90 anni fa il cui diario avrebbe commosso e ispirato milioni di persone sognava di fare la scrittrice. Testimone dal suo nascondiglio di quei tempi oscuri che coincidevano dolorosamente con la sua crescita, l’aspirante scrittrice avrebbe voluto completare il suo resoconto perché fosse reso pubblico.

Nel 1944 aveva infatti ascoltato una trasmissione radiofonica in cui Gerrit Bolkestein, ministro del governo olandese in esilio, aveva preannunciato l’intenzione di pubblicare, a guerra finita, il libro che meglio avesse raccontato dal punto di vista dei cittadini olandesi il trattamento riservato loro dagli occupanti tedeschi. Anna iniziò così a lavorare a un manoscritto intitolato Het Achterhuis (L’alloggio segreto), a partire proprio dai suoi diari e dalle sue note. Conoscendo le aspirazioni della figlia, Otto iniziò a preparare gli scritti per la pubblicazione omettendo alcune parti che contenevano dettagli intimi sulla sua sessualità ma anche i passaggi in cui più pungente era la critica nei confronti dei suoi genitori. Il libro fu inizialmente respinto da alcuni editori, ma nel 1946, grazie a un articolo pubblicato su un giornale con il titolo “La voce di una bambina” un editore si fece avanti e nel 1947 la prima edizione del Diario, intitolato “Het Achterhuis” andò in stampa ad Amsterdam con una tiratura iniziale di 3.000 copie. Nel 1950 il libro era già arrivato alla sesta edizione e la sua fama aveva cominciato a circolare in Europa.


La prima edizione italiana del Diario di Anna Frank pubblicata da Einaudi con prefazione di Natalia Ginzburg è del 1954. Novanta voci per Anne Frank, la lettura completa del Diario a Venezia Uno degli eventi più significativi per celebrare l’anniversario di Anna si terrà in Campo di Ghetto Nuovo a Venezia mercoledì 12 giugno dove a partire dalle 10 del mattino e per una durata prevista di 10 ore, nel corso di una vera e propria maratona oratoria, 90 voci, a simboleggiare gli anni che avrebbe avuto oggi colei che è divenuta simbolo della Shoah, leggeranno integralmente le 483 pagine del Diario dandosi il cambio ogni 5-6 pagine. L’evento, ideato dallo scrittore Matteo Corradini è organizzato insieme al Consiglio d’Europa, l’Associazione Figli della Shoah, il Museo Ebraico, la Comunità Ebraica di Venezia e l’Università Ca’ Foscari, con il supporto di Rizzoli Editore. “È come se ogni lettore fosse la candelina di un compleanno che non potremo mai festeggiare. Esattamente come le candeline sulla torta, ogni lettore rappresenta un desiderio, un sogno, la voglia di avere presto un futuro felice” ha spiegato Matteo Corradini.

Native

Articoli correlati