Importante scoperta archeologica a Selinunte: riemerge uno dei due porti della città antica
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Importante scoperta archeologica a Selinunte: riemerge uno dei due porti della città antica

Una struttura lunga 15 metri e quattro filari di blocchi per un’altezza di 1,80 metri, che potrebbe essere parte di uno dei due porti dell’antica colonia di Megara Iblea

Importante scoperta archeologica a Selinunte: riemerge uno dei due porti della città antica
Foto dal sito archeologico (fonte ANSA)
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17 Luglio 2023 - 14.04 Culture


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In Sicilia, a circa 30 chilometri a est di Mazara del Vallo, il sito archeologico di Selinunte continua a regalare sorprese. A breve distanza dalla presunta darsena collegata al mare, a circa un centinaio di metri dalla costa attuale, è stata casualmente scoperta una struttura lunga 15 metri e composta da quattro filari di blocchi, per un’altezza di 1,80 metri. Secondo gli studiosi, la costruzione dovrebbe essere uno dei due porti dell’antica ex colonia di Megara Iblea, che era una delle più importanti città del Mediterraneo, uno dei maggiori centri di traffici commerciali.  

È curioso il fatto che questo tipo di struttura non è menzionata in alcun documento dei ricercatori dell’epoca. Doveva essere molto antica e con molte probabilità fu distrutta o comunque sommersa. Ad oggi, gli archeologici non avanzano teorie, ma solo ipotesi sulla sua funzione originaria: ipotizzano che potrebbe essere stata una struttura di contenimento sul fiume o le pareti di una darsena per le imbarcazioni.

Su una cosa gli studiosi sono certi: la scoperta è di eccezionale importanza, perché potrebbe far riscrivere la topografia della città antica di Selinunte. Il Parco archeologico, diretto da Felice Crescente, ha avviato un progetto multidisciplinare e avrà il compito di condurre ulteriori ricerche a partire da questa scoperta. La struttura è stata rinvenuta durante dei semplici lavori di disboscamento e ripristino del Vallone del Gorgo Cottone, alla foce del fiume omonimo, lungo la riva occidentale; all’inizio è affiorato solo l’angolo di un blocco, il resto era sepolto sotto lo strato massiccio di sabbia e di vegetazione recente, probabilmente ammassata nel secondo dopoguerra durante la sistemazione della zona dell’acropoli.

Come riporta l’agenzia di stampa Agi, Renato Schifani, il presidente della Regione Siciliana, in merito alla scoperta, ha detto: “Appena pochi giorni dopo il ritrovamento a Segesta, arriva un’altra scoperta che conferma la Sicilia un inesauribile giacimento di reperti che contribuiscono a ricostruire una storia millenaria gloriosa e figlia di scambi culturali ed economici incessanti”. L’assessore regionale ai Beni culturali e all’Identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato ha poi aggiunto: “Questa volta si tratta della straordinaria Selinunte e del suo antico porto che la rendeva uno dei centri di commercio del Mediterraneo. Siamo sempre più certi che bisogna sostenere nuove missioni di scavo, e Selinunte sarà tra le priorità: il nostro impegno è quello di riportarla alla luce nella sua complessità e interezza. Siamo felici che la scoperta sia interamente del Parco con i suoi archeologi”.

L’archeologa Linda Adorno, responsabile della sorveglianza dei lavori, ha intuito subito L’archeologa Linda Adorno, responsabile della sorveglianza dei lavori, ha intuito subito l’importanza della struttura e ha fatto in modo che fosse portata alla luce. I lavori sono stati immediatamente sospesi per consentire indagini più approfondite ed è stata avviata una pulizia più accurata della zona.

Linda Adorno, profonda conoscitrice e studiosa dell’antica Selinunte, è collaboratrice scientifica dell’Istituto archeologico Germanico di Roma. È stata assistita dalla collega Melanie Jonasch, presente in zona per un altro progetto, e da un gruppo di studenti dell’Università di Palermo, che negli stessi giorni erano impegnati in una campagna di ricognizione sul territorio urbano.

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