Toto Cutugno, nato il 7 luglio 1943 e venuto a mancare oggi, 22 agosto, presso l’ospedale San Raffaele di Milano, dove era stato ricoverato a causa del peggioramento di una lunga malattia, rimarrà un’icona della musica italiana. È stato uno dei cantanti più cari al pubblico italiano e un simbolo della melodia del nostro paese all’estero. Grazie soprattutto a brani come “L’Italiano”, che col tempo è divenuto quasi un inno nazionale, ha conquistato un posto di rilievo nel panorama musicale.
Ha partecipato ben quindici volte al Festival di Sanremo, includendo una storica esibizione nel 1990 insieme a Ray Charles.
Le sue canzoni hanno spopolato anche oltre i confini nazionali, da “L’Italiano” a “Il tempo se ne va”, “La mia musica” e “Solo noi”, solo per citarne alcune.
Capace di spaziare con estrema disinvoltura dal cantautorato alla conduzione televisiva, nel 1987 guidò una fortunata edizione di “Domenica In”. Toscano di nascita ma cresciuto in Liguria, fondò un gruppo, Toto e i Tati, con il quale portò in scena i suoi brani in spettacoli dal vivo. Il 1975 segnò il grande successo in Francia, quando Joe Dassin incise la sua canzone “L’été Indien”, che divenne un successo internazionale. Da quel momento, le richieste si moltiplicarono: Toto scrisse canzoni per artisti come Mireille Mathieu, Dalida, Johnny Hallyday, Michel Sardou, Claude François e Hervé Vilard. In Italia compose brani per Domenico Modugno, Gigliola Cinquetti e Ornella Vanoni.
Il suo debutto al Festival di Sanremo avvenne nel 1976, quando salì sul palco dell’Ariston con il suo gruppo, gli Albatros, presentando la canzone “Volo AZ 504”. Si classificò al terzo posto. Poco dopo, arrivò “Nel cuore nei sensi”, che partecipò al Festivalbar e raggiunse le vette delle classifiche nella versione francese interpretata da Gérard Lenorman. L’anno successivo, gli Albatros tornarono a Sanremo con un’altra canzone di Toto, “Gran Premio”. Un punto di svolta importante avvenne nel 1978 con “Donna donna mia”, sigla del programma “Scommettiamo” condotto da Mike Bongiorno, che raggiunse le vette delle classifiche.
Fu un periodo fecondo per Cutugno, che scrisse anche la prima canzone per il grande Adriano Celentano, “Soli”, che rimase al primo posto delle classifiche per mesi. Il suo album di debutto, “Voglio l’anima”, fu pubblicato nel 1979. I brani dell’album furono successivamente incisi da vari artisti, italiani e stranieri, e la title-track divenne la sigla del programma televisivo francese “Saranno famosi”, rimanendo in vetta alle classifiche per settimane.
Tuttavia, i successi di Toto nel panorama nazionale furono numerosi. “Solo noi” vinse il Festival di Sanremo nel 1980, rappresentando la sua unica vittoria su quindici partecipazioni. Lo stesso anno, scrisse tutte le canzoni dell’album “Il tempo se ne va” per Adriano Celentano. Dopo l’uscita di “La mia musica” nel 1981, nel 1983 ottenne un grande successo con il brano simbolo “L’Italiano”, che pur classificandosi solo al quinto posto a Sanremo, vendette milioni di copie e lo rese celebre in tutto il mondo, compresi paesi come Israele, Iran e Corea.
Nonostante la sua fama di “eterno secondo” a Sanremo, Toto tornò numerose volte al Festival, sia come interprete che come autore e ospite speciale. Nel 2010, dopo un periodo difficile a causa della salute, si esibì a Sanremo insieme a Belen Rodriguez cantando “Aeroplani”. Nel 2012, su invito di Fabio Fazio, eseguì “L’Italiano” con il coro dell’Armata Rossa. Il suo legame con il festival era così forte che nel 2005 rinunciò all’Olympia di Parigi pur di partecipare a Sanremo.
Tra un festival e l’altro, Toto girò il mondo, rimanendo sempre fedele al suo motto: “Lasciatemi cantare con la chitarra in mano, lasciatemi cantare, sono un italiano”. Nel 2018, a causa di un malore, fu costretto ad annullare concerti in Belgio. Nello stesso anno, ebbe la soddisfazione di esibirsi nuovamente all’Olympia di Parigi, e per questa occasione il giornale “Le Monde” dedicò una pagina all’italiano vero.
Nel 2019, si trovò al centro di una controversia in Ucraina: un gruppo di deputati ucraini chiese che gli fosse precluso l’ingresso nel paese per presunte posizioni filorusse, nonostante avesse un concerto a Kiev con biglietti esauriti da tempo. Cutugno replicò di essere “sorpreso e preoccupato” e dichiarò di essere sempre rimasto lontano dalla politica, affermando di essere “apolitico”. La vicenda si risolse positivamente e riuscì a esibirsi di fronte a un pubblico entusiasta.
Nel 2021, con felicità, passò il testimone ai Maneskin all’Eurovision, poiché lui stesso aveva vinto il concorso europeo nel 1990. Popolare sia a Mosca che a Kiev, in mezzo al conflitto tra Russia e Ucraina nel 2022 dichiarò: “sogno bambini russi e ucraini insieme”.