Pietro Badoglio, il criminale di guerra artefice dell'armistizio dell'8 settembre
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Pietro Badoglio, il criminale di guerra artefice dell'armistizio dell'8 settembre

Generale, noto per i suoi metodi brutali già durante la prima guerra mondiale, fu fedele al ma anche al fascismo, responsabile di crimini di guerra in Etiopia. Poi l'8 settembre...

Pietro Badoglio, il criminale di guerra artefice dell'armistizio dell'8 settembre
Pietro Badoglio in Etiopia
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8 Settembre 2023 - 10.04


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I primi anni

Pietro Badoglio nacque a Grazzano Monferrato, in Piemonte, nel 1871. Entrò nell’esercito italiano nel 1888 e si distinse per le sue capacità militari. Durante la prima guerra mondiale, comandò l’esercito italiano in Veneto, dove fu coinvolto nella Battaglia di Vittorio Veneto, che segnò la vittoria dell’Italia nella guerra. Nel 1918, fu nominato Capo di Stato Maggiore dell’esercito italiano.

La dittatura fascista

Dopo la prima guerra mondiale, Badoglio fu uno dei sostenitori di Benito Mussolini. Nel 1925, fu nominato Ministro della Guerra del governo fascista. In questo ruolo, supervisionò la militarizzazione dell’Italia e la costruzione di nuove armi e fortificazioni.

Il ruolo di Badoglio nelle guerre coloniali

Badoglio fu uno dei principali artefici delle controverse guerre coloniali italiane. Dopo l’ascesa al potere di Mussolini, Badoglio scomparve temporaneamente dalla scena politica, ma nel 1923 emerse nuovamente come il governatore supremo delle regioni della Tripolitania e della Cirenaica, dove in quel momento infuriava una rivolta beduina. Badoglio impiegò le milizie speciali, note come compagnie di arditi, che avrebbero dovuto essere dismesse da tempo, per avviare una politica di repressione, che successivamente venne completata dal suo camerata, il generale Graziani.

Nel 1935 a Badoglio fu affidata la guida della guerra in Etiopia. Per accelerare le operazioni, il generale ricorse a metodi estremamente brutali, tra cui l’uso di bombardamenti con l’iprite non solo contro le truppe in ritirata del Negus, ma anche contro le popolazioni civili indifese. Inoltre, furono adottate pratiche come l’avvelenamento dei pozzi d’acqua e fucilazioni di massa nei confronti di chiunque potesse essere sospettato di sostenere il Negus e così via.

Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, l’Etiopia presentò una richiesta formale alle Nazioni Unite affinché una lista di ufficiali italiani fosse perseguita per crimini di guerra, con Badoglio al primo posto in quella lista. Gli Usa stopparono il Negus.

La seconda guerra mondiale

All’inizio della seconda guerra mondiale, Badoglio era ancora Ministro della Guerra. Tuttavia, fu presto rimosso da questo incarico a causa delle sue divergenze con Mussolini. Nel 1941, fu nominato Viceré dell’Etiopia, una posizione che mantenne fino al 1943.

L’armistizio

Nel 1943, la situazione militare dell’Italia era disastrosa. I tedeschi avevano occupato la maggior parte del paese e gli Alleati stavano avanzando dall’Italia meridionale. In questo contesto, Badoglio fu incaricato di negoziare un armistizio con gli Alleati.

L’armistizio fu firmato l’8 settembre 1943. Fu una decisione controversa, che fu accusata di tradimento da molti italiani. Badoglio fu costretto a dimettersi dal governo e fu arrestato dai tedeschi.

Conclusione

Pietro Badoglio è una figura complessa e controversa. È stato un abile generale che ha guidato l’Italia alla vittoria nella prima guerra mondiale. Tuttavia, è stato anche accusato di tradimento per aver firmato l’armistizio dell’8 settembre 1943. Olte a ciò fu un criminale di guerra, disinvolto nel cambiare casacca.

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