è una scoperta molto importante, quella avvenuta a Pompei durante gli ultimi scavi effettuati. A quanto pare gli antichi, durante le loro cene, si accordavano soprattutto per lavori edili e fornai.
Un tema quello del voto di scambio che, per quanto possa essere attuale, lo si è ritrovato scavando e cercando ancora sotto i resti della città spazzata via dall’eruzione.
La scoperta riguarda delle iscrizioni elettorali ritrovati su larario, l’altare domestico della casa. Rispetto a quelli pubblici, i quali venivano iscritti regolarmente sui muri esterni di casa. In questo caso, rappresentavano un modo per organizzare le campagne elettorali.
L’iscrizione favoriva la votazione di un certo Aulus Rustius Verus ed è stata probabilmente scritta da un suo liberto o amico e questo dimostra l’esistenza già nel I sec. d.C. del voto di scambio.
“Edili e fornai collaboravano ai limiti della legittimità e, plausibilmente come Giulio Polibio, A. Rustio Vero potrebbe aver capito fin da subito, quando ancora brigava per diventare edile e nel pieno della sua campagna elettorale, che (soprattutto) di pane vive l’elettore” è così che si spiega Maria Chiara Scappaticcio, professoressa all’Università Federico II di Napoli e collaboratrice allo studio di queste iscrizioni.
Inoltre, dopo questa scoperta abbastanza singolare, tramite analisi archeobotaniche e archeozoologiche, sono stati rinvenuti gli ultimi elementi che costituivano l’offerta nel Larario, così da riconoscere il rito effettuato probabilmente poco prima dell’eruzione.