di Alessia de Antoniis
Il 18 novembre i membri di tutto il mondo della Soka Gakkai, organizzazione buddista che promuove la pace, la cultura e l’educazione basandosi sul rispetto della dignità della vita, hanno appreso che il loro maestro Daisaku Ikeda ha lasciato questa esistenza nella sua casa di Tokyo.
Semplice ed essenziale il comunicato stampa pubblicato sul sito della SGI. Vi si legge: “Daisaku Ikeda, Presidente onorario della Soka Gakkai e Presidente della Soka Gakkai Internazionale (SGI), è morto per cause naturali nella sua residenza a Shinjuku, Tokyo, la sera del 15 novembre. Aveva novantacinque anni. Si è tenuto il funerale con i membri più stretti della sua famiglia. Nato a Tokyo il 2 gennaio 1928, Daisaku Ikeda era stato nominato terzo presidente della Soka Gakkai nel 1960 e per quasi vent’anni ha guidato il movimento buddista laico portandolo a realizzare una crescita dinamica e un importante sviluppo anche a livello internazionale. Era diventato presidente della Soka Gakkai Internazionale (SGI) nel 1975 e presidente onorario della Soka Gakkai nel 1979. Lascia la moglie Kaneko e i figli Hiromasa e Takahiro”.
Il leader buddista aveva ricevuto 388 lauree honoris causa in tutti i cinque continenti, dialogato con leader politici e religiosi, tra i quali l’allora leader cinese Zhou Enlai e l’allora presidente sovietico Mikhail Gorbaciov, Aurelio Peccei e Arnold J. Toynbee. Sotto la sua guida la Soka Gakkai è diventato il principale movimento buddista laico al mondo, presente in 192 Paesi e Territori, che conta circa centomila fedeli in Italia e 13,5 milioni nel mondo.
Nel nostro Paese, Daisaku Ikeda è stato nominato Grande Ufficiale della Repubblica Italiana e il buddismo della Soka Gakkai è una delle confessioni riconosciute dallo Stato con legge di Intesa approvata il 14 giugno del 2016 dal Parlamento italiano.
Ikeda è stato un uomo che ha dedicato la sua esistenza a un movimento che celebra l’umanità, dove le persone pregano per la pace nel mondo e la cui arma è il dialogo. Un essere umano che ha usato la sua vita per diffondere una filosofia imperniata sulla dignità di ogni singolo individuo, grazie alla quale milioni di uomini e donne possono ogni giorno compiere la loro Rivoluzione Umana contribuendo, grazie alla loro trasformazione interiore, al cambiamento del mondo intero. Importante la sua lotta per l’abolizione totale delle armi nucleari.
In qualità di presidente della Soka Gakkai Internazionale, ONG con status consultivo presso l’ECOSOC dell’ONU, Daisaku Ikeda ha pubblicato quaranta proposte di pace. Con la SGI ha lottato, insieme agli hibakusha (sopravvissuti alle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki) di tutto il mondo, con ICAN (Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari, Nobel per la Pace 2017).
Il 27 aprile 2023 aveva rilasciato una Dichiarazione in cui invitava i leader dei Paesi del G7 riuniti a Hiroshima a garantire la sicurezza di tutta l’umanità, assumendo un ruolo guida nelle discussioni riguardo l’impegno a non usare per primi le armi nucleari (principio del Non Primo Uso). “Se si raggiungesse – scrive il presidente Ikeda – un consenso riguardo al principio di Non primo uso, ciò fornirebbe una base su cui gli Stati potrebbero trasformare insieme le critiche condizioni di sicurezza in cui si trovano. Credo sia cruciale attuare un cambiamento verso un paradigma di sicurezza comune, congruente con lo spirito delle parole “Viviamo insieme, non moriamo insieme”.
Si dice – scrive ancora il filosofo buddista – che più buia è la notte, più vicina è l’alba, e la fine della Guerra fredda ha dimostrato quanto sia potente la forza delle persone che rifiutano di essere sconfitte e si uniscono in una rete di solidarietà. Oggi, in un clima politico che alcuni chiamano persino “una nuova guerra fredda”, è mio forte desiderio che siano intrapresi dibattiti costruttivi che presentino una ricetta per la speranza. Vorrei anche dichiarare: «Adesso è il momento! Cambiamo ancora una volta il corso della storia tramite il potere delle persone, aprendo la strada verso un mondo libero da armi nucleari, un mondo libero dalla guerra».
Nelle sue proposte di pace alle Nazioni Unite, Daisaku Ikeda ha anche ricordato la necessità di affrontare le disuguaglianze, sostenendo che la parità di genere e l’empowerment delle donne sono cruciali per superare la crisi e costruire una società globale che promuova la dignità umana. Ha chiesto sforzi più coordinati per l’attuazione della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, della Convenzione sulla diversità biologica e della Convenzione per combattere la desertificazione, affermando: «Il cambiamento climatico, la biodiversità e la desertificazione sono questioni profondamente interrelate, e di conseguenza lo sono anche le loro soluzioni».
L’ambasciatore Anwarul K. Chowdhury, ex sottosegretario generale dell’ONU e Alto rappresentante e fondatore del Movimento globale per la cultura della pace, ha così commentato la proposta di pace che il filosofo buddista ha presentato all’Onu nel 2022: «Non conosco nessuno che abbia messo in luce costantemente, incessantemente e concretamente il ruolo e la responsabilità delle Nazioni Unite per un periodo di tempo così lungo, come ha fatto il presidente Ikeda. Nelle sue Proposte di Pace di questi quarant’anni sono contenute idee brillanti e suggerimenti importanti per il bene dell’umanità. Mi incoraggia come egli abbia sottolineato che l’empowerment delle persone sia uno degli elementi fondamentali per la costruzione della “cultura della pace”».