Il mercato del libro in Italia, sebbene apparentemente stabile, nasconde un panorama inquietante che preoccupa gli editori indipendenti. Andrea Palombi, presidente dell’Associazione degli Editori Indipendenti-Adei, solleva l’allarme, dichiarando che la situazione attuale non è solo dannosa per gli editori, ma mina anche il tessuto culturale e letterario del Paese.
Il principale problema, secondo Palombi, è l’aumento significativo dei costi, con un incremento del 40% nei prezzi della carta in soli due anni. Questo impatta non solo sulla produzione ma anche sulla logistica e sulla distribuzione, erodendo i margini di profitto, soprattutto per gli editori indipendenti che non possono sfruttare le sinergie delle grandi catene di librerie.
L’Associazione degli Editori Indipendenti sottolinea la mancanza di un intervento legislativo specifico per il settore del libro, a differenza del cinema che beneficia di stanziamenti annuali fino a 750 milioni di euro. L’appello rivolto al ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, e al Governo è per la ripresa di una legge che favorisca l’intera filiera editoriale, come una volta promessa durante la passata legislatura.
Un’altra incongruenza segnalata da Palombi riguarda la detrazione fiscale sugli acquisti di carta, concessa a giornali e periodici, ma non agli editori di libri. L’Associazione ha già inviato una lettera al ministro Sangiuliano, evidenziando l’urgenza di estendere questo supporto anche al settore librario.
Gli editori indipendenti, spiega Palombi, sono fondamentali per la scoperta e la ricerca di nuovi talenti, da cui spesso attingono anche i grandi editori. La loro importanza risiede nel difendere la diversità e il pluralismo editoriale, aspetti cruciali per la crescita culturale del Paese.
Inoltre, Palombi evidenzia la chiusura del 10% delle case editrici tra il 2019 e il 2021, indicando un trend preoccupante per il settore. Alcune politiche culturali, come la riduzione dei fondi per le biblioteche e la limitazione della 18App, rischiano di danneggiare ulteriormente la diffusione della cultura nel Paese.
Infine, l’ attenzione si pone sulla difficoltà della traduzione delle opere italiane all’estero, con gli editori italiani costretti ad anticipare i finanziamenti, una pratica che rallenta il processo e mette a dura prova le risorse finanziarie delle case editrici ed al tempo stesso mette a rischio la diffusione della cultura italiana all’estero. In questo contesto incerto, l’appello degli editori indipendenti diventa un grido d’allarme per preservare il futuro culturale del Paese.