Giulia Mei, da Palermo a Milano via Bologna, con una bandiera che brillerà nella notte nera
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Giulia Mei, da Palermo a Milano via Bologna, con una bandiera che brillerà nella notte nera

Ha fatto uscire la nuova canzone “Bandiera” in coincidenza della Giornata Internazionale per l'Eliminazione della Violenza contro le Donne.

Giulia Mei, da Palermo a Milano via Bologna, con una bandiera che brillerà nella notte nera
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5 Dicembre 2023 - 00.06


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di Giordano Casiraghi

Prima a Palermo, poi un paio d’anni e più a Bologna e adesso a Milano dove ha composto il suo ultimo singolo “Bandiera”. Giulia Mei è arrivata nella metropoli lombarda da un anno e ha cominciato a lavorare a un prossimo album, il secondo dopo “Diventeremo adulti” uscito nel 2019. Il suo nome non è nell’elenco dei partecipanti al festival di Sanremo ed è un peccato perchè la costellazione del mondo femminile che osa affrontare tematiche importanti è vasta e promettente.

Un lungo percorso il suo che comincia in giovane età con studi di pianoforte al Conservatorio Bellini Palermo e più recentemente didattica della musica al Conservatorio di Bologna, perché Giulia divide la giornata come insegnante di musica e come artista alla ricerca della migliore espressione creativa in forma canzone. Non la si vede gareggiare nelle trasmissioni tipo “Amici” o “Xfactor”, piuttosto partecipa a rassegne musicali come “Musicultura” dove è primario l’accento per la canzone d’autore.

Prima di arrivare a incidere canzoni ha ascoltato in lungo e in largo quello che la musica pop ha prodotto nel corso di decenni, da Bob Dylan a Joni Mitchelle e Joan Baez, ma anche i cantautori italiani, perfino il prog e ovviamente la classica che studiava al Conservatorio, la “Boheme” con Maria Callas da una cassetta che appartiene al nonno. Poi è arrivato il momento di scrivere in proprio con liriche dettate dal mondo circostanze, dagli amori soprattutto, dai sentimenti di una giovane donna che ama la vita, accompagnandosi al pianoforte che resta lo strumento guida per tutti i brani del disco d’esordio “Diventeremo adulti” che inizia con la melodia piacevole di “Tutta colpa di Vecchioni”, che fa venire in mente “Vorrei cantare come Biagio Antonacci” di Simone Cristicchi. Altro stile, altro genere, perché Giulia Mei al ritmo serrato predilige l’ariosità delle melodie che gli riescono facili. Così si ascoltano piacevolmente altri brani come “Kundera”, “La bellezza”, “La 600”, canzoni che riflettono profumi di Sicilia, della sua Palermo, città dove ha vissuto tutta la prima giovinezza e dove spesso torna. Giusto quest’anno, prima al teatro Segesta e poi al teatro Jolly di Palermo Giulia Mei ha preso parte alla rappresentazione di “La buona novella” in siciliano di De André.

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Su you tube per una serata all’ “Officina Pasolini” con la presentazione di Tosca, Dori Ghezzi e Edoardo De Angelis si ascolta l’artista che interpreta “Il sogno di Maria”. Percorsi paralleli che proseguono insieme a quelli della canzone che Giulia Mei scrive e incide quando abita a Bologna: “S.Rosalia” (“Palermo non è fatta per i deboli di cuore / c’è sempre qualche cristo che poi ci muore”) e “Mamma!”, entrambe del 2021. E siamo al nuovo disco, al nuovo singolo per ora, ed è un ulteriore passo avanti, perché “Bandiera” rappresenta la somma di tutto quello che finora Giulia Mei ha messo nelle sue canzoni. A Fabrizio De André sarebbe senz’altro piaciuta, perché stavolta (se non ora quando?) Giulia Mei entra in argomento senza mezzi termini, in questo momento dove ogni giorno in Italia, come in tutto il mondo, ogni donna deve mettere in campo tutta la forza per non soccombere. 

Allora Giulia, una nuova canzone che hai già fatto ascoltare anche dal vivo in qualche locale milanese, con un testo audace che colpisce in pieno. Come è stato recepito?

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Recepito nella giusta maniera finora, perché va subito detto che quello che canto come ritornello non è una semplice provocazione, fa parte di un percorso che porto avanti da tempo, sulla condizione femminile che a volte capita di vivere in maniera errata. Quello che innanzitutto canto in “Bandiera” è il senso di libertà che dovrebbe abitare in ogni donna. Libera di “non portare o portare un velo…di uscire la sera, tornare da sola senza la paura… di fare un figlio anche a quarant’anni…cambiare letto pure ogni giorno”. Situazioni dell’essere donna che spesso vengono additate come sbagliate o addirittura giudicate male e questo mi ha sempre messo molto a disagio.

Per questi argomenti, a stimolo di una lotta che le donne di tutto il mondo portano avanti, il singolo è uscito proprio in coincidenza della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne. Cosa servirebbe oggi?

Tante cose. Denunciare è difficile, le donne stanno cercando di uscirne, ma non vengono supportate dalle leggi rimaste ferme ai tempi remoti. È certamente un problema culturale molto ampio cominciando dall’educazione che riceviamo in famiglia con un retaggio ancora molto patriarcale. E non mi riferisco solo agli uomini, ma anche alle donne che hanno assecondato e continuano ad assecondare un certo modo di pensare, un certo linguaggio. Sarebbe auspicabile una rivoluzione culturale, ma una legislazione che favorisca questo rivoluzione sarebbe necessaria.

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Nel testo anche la paura di trovarsi in giro da sola la sera. È più sentita in una città come Milano?

Milano è più una metropoli rispetto a Bologna e Palermo e un certo rischio per le donne è più reale. Mi sento meno al sicuro qui che in altri posti. La più grande paura è quella dello stupro quando cammini per strada e questo lo vivo soprattutto a Milano.

Milano che offre occasioni di incontri musicali, quali sono i locali che ti piace frequentare?

L’Arci Bellezza è uno dei miei preferiti, mentre un posto che mi è entrato nel cuore è Germi, dove non fanno solo concerti, ma anche letture, presentazioni di singoli. Ho visto una serata con Rachele Bastreghi che mi è piaciuta come altre situazioni che a Germi puoi trovare come proposte coraggiose. Poi mi piace il Mosso che essendo vicino a casa ci vado in bicicletta. A Milano ci sono da un anno ed effettivamente offre tantissimi input e spazi dove incontri persone per stabilire connessioni.

Con questo nuovo singolo hai cambiato team di collaboratori, prelude allidea di un nuovo album?

L’idea di una narrazione più completa  è nelle mie corde, ma nel frattempo arriveranno altri singoli. Intanto dal singolo “Bandiera”, è la prima sfida discografica concepita e realizzata a Milano, la canzone l’ho prodotta insieme a Ramiro Levy e Alessandro Di Sciullo. 

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