Civiltà Cattolica: "Mussolini strumentalizzò la religione ma viveva come se Dio non esistesse"
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Civiltà Cattolica: "Mussolini strumentalizzò la religione ma viveva come se Dio non esistesse"

La rivista dei gesuiti ha pubblicato in passato un saggio firmato da padre Giovanni Sale: il duce utilizzava il cristianesimo per guadagnare consenso presso il popolo.

Civiltà Cattolica: "Mussolini strumentalizzò la religione ma viveva come se Dio non esistesse"
L'allora cardinale Segretario di Stato Pietro Gasparri e Benito Mussolini firmano i Patti Lateranensi
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3 Gennaio 2024 - 01.15


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Parole chiarissime: un ateo devoto, ovvero una persona che di fatto strumentalizzò la religione pur vivendo fino alla fine “come se Dio non esistesse”. Ad occuparsi del rapporto tra Benito Mussolini e la religione è Civiltà Cattolica in un saggio firmato da padre Giovanni Sale che parla dell’attuale “interesse per il leader del fascismo, dovuto al momento storico che stiamo vivendo, segnato dalla crisi dei modelli democratici rappresentativi sviluppatisi nel lungo Novecento e dall’avanzata delle destre, anche quelle radicali, che si ispirano alla nefasta esperienza dei totalitarismi del XX secolo, in quasi tutti i Paesi dell’Europa”.


Mussolini di fatto, nonostante i suoi proclami, rimase di fatto ateo. “Egli, pur avendo abbandonato l’anticlericalismo battagliero e scomposto della sua giovinezza, conservò nei confronti dei principi del cristianesimo – scrive il gesuita – lo stesso scetticismo di prima e l’indifferenza di colui che intenzionalmente strumentalizza la religione per motivi di ordine politico o per guadagnare consenso presso il popolo”.


“Per lui la religione era semplicemente un fatto politico, o al limite un fatto antropologico-culturale, legato alle caratteristiche di un popolo” ma “sul piano personale, visse come se Dio non esistesse, anche se, come gran parte degli scettici, più di una volta si sarà chiesto se quel Dio, mai adorato o invocato, avrebbe potuto anche esistere”.

Padre Sale esamina anche la reazione della Chiesa dell’epoca al regime fascista: “Fin dai primi tempi, non disdegnò ciò che il regime le offriva, tra cui anche la stipulazione di un Concordato molto vantaggioso per essa, certamente non disinteressatamente, ma allo stesso tempo Pio XI non cedette in nulla alle lusinghe mussoliniane e con vigore condanno’ tutte quelle dottrine che considerava contrarie alla morale cattolica, in particolare la statolatria, il razzismo e il totalitarismo in ambito educativo”.

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