È tornata in edicola la testata “Ciao 2001”: parla Renato Marengo, uno dei curatori
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È tornata in edicola la testata “Ciao 2001”: parla Renato Marengo, uno dei curatori

È tornata in edicola la vecchia testata “Ciao 2001”, per ora con due numeri, un primo speciale “1969-1976 Gli anni d’oro”, con in copertina David Bowie, e l’altro uscito lo scorso dicembre dedicato al “1973 l’anno indimenticabile del rock”.

È tornata in edicola la testata “Ciao 2001”: parla Renato Marengo, uno dei curatori
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4 Gennaio 2024 - 23.52


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di Giordano Casiraghi 

A coordinare la lavorazione del nuovo “Ciao 2001” sono stati chiamati Maurizio Becker, già vicedirettore del mensile “Classic Rock”, e Renato Marengo, produttore di molti artisti del Napule’s Power, storico redattore del “Ciao 2001” fin dalla decade dei Settanta. Nel primo numero sono stati inseriti brani storici tratti dalle edizioni originali. Di Emanuela Moroli viene proposto un articolo del 1969 sul divorzio, ma oltre a articoli del passato abbiamo anche materiali di recente fattura, infatti Susanna Schimperna intervista la stessa Emanuela Moroli e Gianni Milano. Dal 1970 sono estratti due articoli importanti come “Pop a Caracalla” e “Beatles in tre – Paul se ne va” e all’anno dopo sono ascrivibili i pezzi “Led Zeppelin nell’infermo del Vigorelli” firmato da Armando Gallo. Ci ha pensato Dario Salvatori a  firmare un articolo dove si fa un po’ di storia dei giornali musicali, a partire dal primo “Salut les Copains” uscito in Francia nel 1962, e sulla scia di questo successo in Italia viene editato “Ciao Amici”, a partire dal 1963, mentre un’alra testata, “Big”, inizia le pubblicazioni nel 1965. Ben 500 mila lettori che le due testate si dividevano, forti di un sempre crescente interesse verso la musica beat. Tanta musica straniera, dai Beatles ai Rolling Stones, ma anche i nascenti complessi italiani che gravitavano attorno al locale Piper. Stampa musicale sempre molto più attenta al mondo che ruotava attorno a quello che succedeva nella capitale. A Milano invece veniva alla luca “Giovani”, settimanale ricco di servizi e rubriche, il cui successo costrinse le due testate romane a unire le forze per diventare “CiaoBig”. I tempi sono maturi per un cambio di passo, con qualcosa che possa diventare davvero la testata di riferimento per il sempre crescente interesse degli adolescenti verso il pop e verso le tematiche giovanili. Così nel 1969 viene editato “Ciao 2001” sull’onda del grande successo del film “2001: Odissea nello spazio” di Kubrick. 

Interessante che nell’analisi di Salvatori emergano nomi e figure certamente importanti che con il tempo si sono perse, e invece un nome come Daniele Del Giudice andrebbe ricordato per i suoi sette anni al “Ciao 2001”. Il migliore di noi, dice Salvatori. Ma anche Luigi Cozzi che affiancherà Dario Argento nello sviluppo di alcuni film. Giusto Cozzi racconta nel nuovo “Ciao 2001” come si è sviluppata la sua carriera dopo aver fatto parte di “Ciao 2001”. Poi arrivano vari collaboratori, perfino Fernanda Pivano, ma anche Maurizio Baiata, Enzo Caffarelli con le recensione dei dischi, la rubrica più letta in assoluto, Manuel Insolera, Carlo Silvestro, Michel Pergolani da Londra,  Armando Gallo da Los Angeles, Fiorella Gentile e negli anni Ottanta molto spazio lo prendono Maria Laura Giulietti e Piegiuseppe Caporale. Nel frattempo uscirono altre testate, “Super Sound” con le impagabili recensioni dei festival pop di Eddie Ponti e Franco Schipani, quindi “Nuovo Sound”, ma il pubblico cominciava ad essere più esigente e si crearono spazi per dei mensili che lasceranno una forte traccia anchde relativamente ai fermenti giovanili , alla protesta, al sociale, prima “Muzak” e poi “Gong”, a Roma il primo e a Milano il secondo. “Ciao 2001” dedicava anche molto spazio al cinema, infatti nel 1972 si occupa del Festival Cinematografico di Venezia con  Franco Montini, partito proprio da Ciao 2001 per la sua. Carriera di critico cinematografico.

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A distanza di qualche mese dal primo numero, nel dicembre scorso “Ciao 2001” è tornato in edicola con un numero dedicato al 1973, anno di massima espressione del pop internazionale. Non a caso la copertina viene dedicata ai Pink Floyd che quell’anno pubblicano il loro capolavoro assoluto “The Dark Side of the Moon”. Tra gli altri articoli uno sui King Crimson firmato da Marco Ferranti, tra gli italiani spiccano il Banco del Mutuo Soccorso, Edoardo Bennato, Mia Martini, Francesco Guccini, ma anche Nuova Idea e Bob Dylan , rispettivamente firmati da Fegiz e Bertoncelli. 

Per questa inusuale iniziativa abbiamo raggiunto Renato Marengo, curatore della rivista insieme a Maurizio Becker. Marengo che è stato collaboratore storico e poi Coordinatore Generale  del giornale, è anche stato protagonista di alcune trasmissioni televisive per la Rai, come quando nel 1977 realizza un servizio sulla permanenza milanese del compositore americano John Cage, come anche un paio d’anni dopo coordina la ripresa  per Raidue del grande “Il Concerto” per Demetrio Stratos all’Arena Civica di Milano. Già questo la dice lunga sull’importanza di Marengo per un’intera generazione di appassionati di musica, lui che sapeva frequentare gli artisti napoletani, ma a Milano anche intellettuali come Gianni Sassi, ovvero colui che guidava la Cramps di Finardi e Area e a Venezia incontra Donella Del Monaco, Giorgio Bisotto e Alfredo

Tisocco  con i  quali fonda e produce gli Opus Avantra.

Allora Renato, che significato ha oggi rieditare una testata come “Ciao 2001”?

È come assegnare una memoria storica a generazioni che non hanno vissuto quel periodo. Voglio dire che per chi volesse approfondire il mondo giovanile degli anni Settanta una testata come “Ciao 2001” è quello che ci vuole. E stando alle cifre di vendita raggiunte con questi primi due numeri c’è da credere che non siano pochi i giovani di oggi che vogliono sapere cosa succedeva nel mondo della musica cinquant’anni fa. 

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Di chi è stata l’idea?

Riportare alla luce questa testata è stata un’idea dell’editore Sprea che, essendo stato tra i primi lettori del settimanale , ha chiesto all’editor Francesco Coniglio di far tornare a vivere questo marchio che per molte generazioni ha significato tanto. Coniglio, che è stato l’ideatore di “Classic Rock”, “Prog Italia” e “Vinile”, mi ha subito coinvolto nel progetto, anche perchè del gruppo di lavoro che lui aveva costituito io ero l’unico che avesse avuto a che fare con il “Ciao 2001” dell’epoca d’oro. Ha giustamente pensato che Maurizio Becker, già suo vice, fosse la figura professionale  più idonea  a curare assieme a me la testata, certamente indicato per dar vita e per organizzare nel più equilibrato dei modi una riedizione compatibile con i giorni nostri di questa riproposta ragionata, non solo per i vecchi lettori ma anche  per un pubblico più contemporaneo e certamente più curioso e amante di approfondimenti.

Ho notato che insieme ad articoli storici avete inserito materiale nuovo, comunque inerente a quello che è stato il percorso di quello che è stato il settimanale più letto dai giovanissimi. In pratica si vanno a precisare alcuni passaggi che il lettore di allora non poteva sapere. Per esempio il direttore Saverio Rotondi che figura era?

Giusta osservazione. In effetti con certi nuovi articoli andiamo a svelare il dietro le quinte. Nel caso del direttore Rotondi abbiamo chiesto ai figli di raccontarci chi era loro padre e come fosse arrivato alla direzione del giornale, fino alla tragica e improvvisa scomparsa. Con Saverio Rotondi ho molti  personali ricordi,  in quegli anni gli  sono stato molto vicino non solo come redattore ma collaborando anche alla promozione della rivista e agevolando  i primi rapporti della testata con le grandi  case discografiche milanesi.  

La testata ha dedicato anche copertine ad artisti italiani, ma in prevalenza venivano trattati artisti inglesi e americani. Come la vivevi?

Per conto mio, oltre a seguire, e scriverne  con convinzione,” i grandi divi internazionali del rock come Zappa, i Rolling, Springsteen , Dylan,   Santana,  i Wheather Report,  ho sempre seguito con particolare cura  gli artisti napoletani del Napule’s Power, fino a diventarne il produttore artistico iniziando dalla NCCP di  Eugenio Bennato. Devo dire che una testata come “Ciao 2001” era molto esterofila e all’inizio non è stato facile per me far passare articoli di artisti italiani che pure avevano preso la scena nei vari festival pop. Nel primo numero della riedizione abbiamo messo un articolo su un esordiente Franco Battiato, quello della maschera che usava nei suoi spettacoli. Come anche un articolo su Edoardo Bennato che scrissi sul n.38 del settembre 1973 e in proposito ricordo che per lanciarlo suggerii a Edoardo di presentarsi un giorno fuori dal bar dove noi giornalisti romani che eravamo stati convocati da una casa discografica per il lancio di un gruppo anglosassone ci fermnavamo solitamente per un aperitivo. Ebbene, su mia segnalazione, Bennato si fece trovare con tanto di chitarra, kazoo e tamburello e iniziò a suonare. Nel breve i giornalisti cominciarono ad ascoltare le sue canzoni, le stesse che aveva inciso nel suo primo album “Non farti cadere le braccia”. 

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Dopo questa positiva risposta da parte dei lettori “Ciao 2001” tornerà in edicola con formula bimestale. Cosa conterrà il primo numero del 2024?

Per febbraio con Maurizio Becker abbiamo pensato a una sorta di “Anni ’70 versus Anni ’80, la cover story sarà dedicata ai Queen, giganti di un rock più “poppeggiante” ma sempre mitico degli anni ‘80 , con focus sulla grande e complessa  personalità di Freddy Mercury e sulla sua contrastata esistenza da grande Star. Ci saranno  articoli di concerti e interviste di quegli anni da Los Angeles firmati da Armando Gallo. Una delle prerogative e componenti  fondamentali del successo di “Ciao 2001” era proprio quella di essere l’unica rivsta italiana di musica ad  avere due corrispondenti, che erano  anche  eccezionali fotografi di live, dalle capitali del rock di allora: Los Angeles e Londra. Nel prossimo numero anche una  storica intervista  a Jackson Brown scritta da Carlo Massarini che a sua volta viene intervistato da Federico Guglielmi sul suo libro “Vivo da Vivo”. Interessante  è l’analisi che fa Dario Salvatori con le classifìche degli anni 70/80, non mancheranno articoli su Sanremo: noi di Ciao 2001 eravamo decisamente contro il festivalone, così avremo racconti del controfestival al Piper raccontato da Dario Salvatori  che lo conduceva con Carlo Silvestro. 

Una curiosità. Qualora qualcuno volesse fare ricerche, anche per delle tesi di laurea, esiste una biblioteca nazionale che ha raccolto la collezione di tutti i “Ciao 2001”?

Appena si è sparsa la voce che il settimanale musicale più letto di tutti i tempi fosse tornato in edicola si è scatenata una vera corsa all’accaparramento della rivista. Franco Brizzi, che già collaborava attivamente con Francesco Coniglio ha la collezione completa di  “Ciao 2001” ed è la nostra fonte “fisica” più importante. Una collezione completa comunque è consultabile presso  l’emeroteca di Stato. Aggiungo che oltre che in edicola la rivista è acquistabile nel sito Stonemusic di Sprea Editore https://stonemusic.it/64870/ciao-2001-e-in-edicola/  

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