Il ragazzino salvato dall'airone, il nuovo film di Miyazaki
Top

Il ragazzino salvato dall'airone, il nuovo film di Miyazaki

E' nelle sale dal primo gennaio l'ultimo lavoro di Hayao Miyazaki. Una storia fantastica dove nulla è scontato nel quale l'animale assume il ruolo di uno stravagante "Virgilio"

Il ragazzino salvato dall'airone, il nuovo film di Miyazaki
Il ragazzo e l' airone
Preroll

redazione Modifica articolo

17 Gennaio 2024 - 17.01 Culture


ATF

di Raffaella Gallucci
Dal 1 Gennaio è possibile vedere nelle sale italiane, “Il ragazzo e l’airone”, scritto e diretto da Hayao Miyazaki. Mahito, è un ragazzino di dodici anni che fatica ad ambientarsi in una nuova città dopo la morte della madre. Un giorno un airone parlante entra nella sua vita portando una notizia: sua madre è ancora viva. Da qui parte ‘il viaggio’, con l’airone nei panni di uno stravagante ‘Virgilio’.

L’airone è una figura animalesca ingannevole, che rivela la sua duplicità identità: è la parte nascosta di Mahito, quella che non accetta il cambiamento e al contempo però accetta il mutamento imposto dalle circostanze. E’ proprio nell’evolversi della storia che il ragazzino capisce che la ruota gira e che il tempo lo porta verso strade e decisioni diverse.
La crescita, quindi, è uno dei temi centrali del film. Un’evoluzione che non la si deve collegare, per forza, a qualcosa di ‘traumatico’. Può essere, semmai, rappresentata come un’avventura. Il punto è capire come affrontare questo viaggio, che rappresenta il cambiamento; il fatidico passaggio da ragazzo a uomo.

Leggi anche:  Francesco Guccini torna al cinema con "Fra la via Emilia e il West"

Vengono ripresi, in quest’opera, gli stilemi tipici dello Studio Ghibli e dello stesso Hayao Miyazaki: proiettare lo spettatore in un mondo fantastico, popolato da creature bizzarre, ispirate al folklore giapponese. Non potevano non mancare, a questo proposito, il paragone con la ‘Città incantata”.

Questa è un’opera matura, pensata per i fedeli spettatori cresciuti con i suoi film. Il regista ci trasporta in un mondo utopico che non appartiene più al ragazzino, ma che deve e può riscoprire.
Lo aiuterà a superare, con una spensieratezza che prima gli apparteneva, le incombenze della vita da adulti, che gli si sono spalancate davanti.

Il passato ritorna e fa da padrone in quest’opera. La scelta di adoperare per il racconto la sua animazione tradizionale è decisiva. E’ un qualcosa che trasporta lo spettatore fuori d’epoca; che provoca nostalgia perché realizzata a mano risultando così straordinaria in ogni suo aspetto sia visivo che estetico. Dalle animazioni più semplici, che catturano una routine quotidiana o un comportamento animale, agli sfondi ricchi di dettagli. In mezzo, il talento visionario e immaginifico di un occhio cinematografico che cattura più mondi.

Leggi anche:  Francesco Guccini torna al cinema con "Fra la via Emilia e il West"

Colori, disegni e suggestioni che racchiudono l’essenza dell’animazione classica, e che in alcuni momenti ne segnano anche l’apice assoluto. Queste scelte stilistiche fanno capire, che una buona trama, semplice e suggestiva, portata sul grande schermo con un’animazione che non siamo più abituati a goderci, è quello di cui abbiamo bisogno: la semplicità ci manca e ci appartiene.

Il ragazzo e l’airone può essere considerato la somma dell’intero percorso ghibliano; un insieme di riferimenti e ispirazioni che celebrano l’idea di cinema che lo studio giapponese ha avuto sin dai suoi albori. Fantasia e realtà che s’ intrecciano così come le vittorie e le sconfitte.

Native

Articoli correlati