Morte di Sandra Milo, Claudia Cardinale: "Perdo un pezzo della mia famiglia"
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Morte di Sandra Milo, Claudia Cardinale: "Perdo un pezzo della mia famiglia"

Così Claudia Cardinale ricorda Sandra Milo, scomparsa oggi a 90 anni. Le reazioni di Claudia Pandolfi, Laura Pasini e Pupi Avati

Morte di Sandra Milo, Claudia Cardinale: "Perdo un pezzo della mia famiglia"
Claudia Cardinale
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29 Gennaio 2024 - 12.00


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“Un grande dispiacere la scomparsa di Sandra Milo. Avevamo tante cose in comune. Entrambe originarie dalla Sicilia e nate in Tunisia, portava lo stesso nome di mia madre: Greco. Forse eravamo parenti chissà…?».

Così Claudia Cardinale ricorda Sandra Milo, scomparsa oggi a 90 anni. «Oggi perdo un pezzo della mia famiglia – dice commossa l’attrice, che con la Milo fu tra le muse del regista Federico Fellini – la mia famiglia del cinema. Sandra è stata una immagine di grande vitalità e così la voglio ricordare e sarà ricordata», conclude.

Claudia Pandolfi, `donna incredibilmente affettuosa, gioviale, luminosa**

«Una donna incredibilmente affettuosa, gioviale, luminosa. Ciao Sandra delle meraviglie». Così con un post su Instagram l’attrice Claudia Pandolfi ricorda Sandra Milo.

Laura Pausini: “Questa sera ti dedicherò il concerto di Barcellona

«Buon Viaggio Cara Sandra. La tua dolcezza, la tua allegria, il tuo rimanermi vicina in alcuni momenti difficili rimarranno per sempre nel mio cuore. Questa sera dedicherò a te il concerto di Barcellona, vola sopra di noi». Così su X Laura Pausini ricorda Sandra Milo.

Pupi Avati: “Donna di una generosit incredibile e ancora insicura

«Era una donna di una generosità affettiva incredibile. Una persona con cui era facile diventare amici e i suoi slanci di affetto e la sua spontaneità erano autentici. Era intelligente, acuta ma in lei prevaleva la bontà, prevaleva la disponibilità nei confronti delle persone».

Così Pupi Avati ricorda Sandra Milo che diresse nel 2003 nel film `Il cuore altrove´, presentato in concorso al Festival di Cannes.

«Confesso che la volli nel film `Il cuore Altrove´ soprattutto perché ero molto incuriosito, essendo io un grande estimatore di Fellini, di tutto quello che lei sapeva del mondo felliniano. Il piacere di averla con me sul set per un certo periodo era anche quello di poter ascoltare da lei aneddoti e ricordi che magari non aveva condiviso in pubblico. C’era il grande piacere di avere con me la testimone di un cinema che non c’era più e soprattutto di un regista che non c’era più, con cui aveva avuto, come sappiano tutti, non solo un rapporto professionale ma un rapporto molto profondo», sottolinea il regista.

«La cosa che mi sorprese di più – aggiunge Avati – fu la sua paura di non essere all’altezza. Un’attrice che aveva fatto dei film che erano nella storia del cinema era ancora insicura e a me le persone insicure sono quelle che piacciono di più. La sua disponibilità e la sua fragilità probabilmente le avevano resa difficile la vita».

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