Non ho l'età: la mostra in bianco e nero sul Festival di Sanremo
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Non ho l'età: la mostra in bianco e nero sul Festival di Sanremo

Alle Gallerie d'Italia di Torino dal primo febbraio Aldo Grasso raccoglie 85 scatti che mostrano i momenti fuori scena del pre e dopo festival dal 1951 al 1976

Non ho l'età: la mostra in bianco e nero sul Festival di Sanremo
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1 Febbraio 2024 - 16.29 Culture


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A pochi giorni dall’inizio del 74esimo Festival di Sanremo, il primo febbraio debutta alle Gallerie d’Italia di Torino la mostra Non ha l’età. Il Festival di Sanremo in bianco e nero (1951-1976), curata da Aldo Grasso in collaborazione con Rai e Rai Teche, fino al 12 maggio.

85 immagini selezionate tra le 15.000 raccolte nell’Archivio Publifoto di Intesa Sanpaolo raccontano la stagione lontana, dal suo debutto, allora in tre serate e trasmesso solo alla radio, all’approdo sulla televisione italiana nel 1955, sino al 1976, quando il Festival si teneva nel Salone delle Feste del Casinò di Sanremo, prima di trasferirsi definitivamente al Teatro Ariston.

La mostra ricostruisce uno sguardo inedito e prezioso sul backstage del Festival della canzone italiana: dalle folle che scrutavano gli artisti in momenti di svago e serenità per le vie della città, ai cantanti durante le prove sul palco e in platea, in sala trucco e in salta stampa. Ecco allora una giovanissima Mina seduta in platea durante le prove del Festival 1961, e sul palco, nello stesso anno, Adriano Celentano al suo esordio a Sanremo con 24.000 baci. Nel 1964, con Mike Bongiorno c’è Gigliola Cinquetti che con Non ho l’età vinse a 17 anni il Festival. E poi, immagini dell’orchestra, di cantanti dimenticati e di grandi artisti vincitori come Louis Armstrong nel 1968 e i Ricchi e Poveri nel 1973.

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Negli anni il Festival di Sanremo è diventato ed è rimasto uno degli eventi televisivi più importanti dell’anno “non solo perché la concorrenza abbassa le armi dal momento che sarebbe sconfitta, non solo perché tutti i programmi della Rai non fanno altro che parlare di Sanremo, ma anche perché questa dilatazione dal martedì al sabato, il pre e il dopo festival sono qualcosa che segna un momento di rito” osserva Aldo Grasso.

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