Il sottosegretario del Dicastero Vaticano per la Cultura e l’Educazione collabora con Radio 1 per «La finestra su San Pietro», rubrica settimanale di informazione religiosa, in onda ogni domenica a partire dalle 10.55 fino all’Angelus del Pontefice.
La Santa Sede è presente con un Padiglione alla Biennale di Venezia sin dal 2013, Padiglione promosso dal Dicastero per la Cultura e l’Educazione.
Ma l’edizione numero 60 che si aprirà il prossimo aprile sarà la prima ad accogliere come visitatore il Papa. Si tratta di un evento importante, simbolico della volontà di un rapporto forte tra la Chiesa e gli artisti, che Francesco ha incontrato più volte. È un gesto di attenzione verso la Biennale e di consapevolezza del valore di questa manifestazione.
Per la prima volta quest’anno, la curatela della Biennale viene assegnata a un latino-americano, il brasiliano Adriano Pedrosa, e avrà come tema generale «Stranieri ovunque», tema che è certamente nelle corde di Francesco: pensiamo alle migrazioni, alla situazione degli indigeni, alle varie diaspore. Sono tutti «stranieri».
Il Padiglione della Santa Sede – che sarà aperto da aprile a novembre – avrà come titolo «Con i miei occhi». La proposta artistica prende alla lettera le parole di Francesco, quando chiede di aprire gli occhi sugli ultimi e gli «scarti» della società.
Infatti, già da arcivescovo di Buenos Aires, disse che «la maggiore esclusione consiste nel nemmeno vedere l’escluso». Chi dorme per strada, ad esempio, «non viene visto come persona, ma come parte della sporcizia e dell’abbandono del paesaggio urbano, della spazzatura». La città umana invece «cresce con lo sguardo che “vede” l’altro».
Le opere saranno, dunque, un invito ai visitatori a prestare attenzione a quelle realtà che tante volte sono tralasciate dal dibattito culturale.
La scelta forte e controcorrente della Santa Sede è stata quella di allestire il Padiglione dentro il Carcere Femminile della Giudecca. E il Papa ovviamente incontreràle detenute perché saranno proprio loro a fare da guida ai visitatori.
È questo che Francesco vuol dire: che l’artista «con i suoi occhi guarda e insieme sogna, vede più in profondità, profetizza, annuncia un modo diverso di vedere e di capire le cose». Sarà evidente quest’anno alla Biennale di Venezia il legame tra arte e impegno civile, tra bellezza e lotta allo scarto. Questo, dunque, il messaggio che il Papa vuol dare con la sua presenza alla Biennale: l’arte è voce dei sogni e delle inquietudini umane. E per questo agisce «come coscienza critica della società».