Presso l’Ateneo di Macerata, in occasione della ricorrenza degli 80 anni dell’eccidio delle Fosse Ardeatine (24 marzo) e in occasione della Giornata mondiale contro la discriminazione razziale (21 marzo), giovedì 21 marzo 2024 si svolge il (Aula Blu del Polo Didattico Pantaleoni sito in Macerata, Via della Pescheria Vecchia n. 26).
L’input muove dall’indagine medico-legale svolta dal Prof. Attilio Ascarelli per l’identificazione delle vittime dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, il 24 marzo 1944; dai 335 morti di quella tragica pagina della storia ai migliaia di morti di oggi, a cui la Prof.ssa Cristina Cattaneo prova a dare un nome: la mente corre subito ai naufraghi senza volto del Mediterraneo, parafrasando il titolo di un celebre libro della studiosa.
In questo percorso storico, giuridico e antropologico si colgono altre intersezioni, altri filoni di indagine, perché il tema del nome si presta ad una lettura “a più voci” che tocca molte questioni sensibili che animano a tutt’oggi un acceso dibattito, a cui l’accademia contribuisce mettendo in gioco i suoi saperi e svolgendo appieno la sua “terza missione”, ossia la sua funzione sociale: il tema dell’identità e del riconoscimento, quello della cultura e delle radici, dei legami sociali e familiari da tutelare e promuovere, delle differenze e dei vecchi e nuovi razzismi, più in generale quello della dignità e dei diritti di cui ogni persona è portatrice.
L’iniziativa, che vede il contributo dell’Istituto storico di Macerata, dell’ANPI Provinciale di Macerata e del Comitato 3 ottobre e che è anche accreditata dall’Ordine degli avvocati di Macerata, è organizzata all’interno del ciclo di incontri dal titolo “Identità/Meticciati” promosso dal Coordinamento nazionale delle Giornate di studio sul razzismo cui hanno dato vita, insieme all’Univ. di Macerata, l’Univ. del Salento e l’Univ. di Modena e Reggio Emilia mediante il CRID – Centro di Ricerca Interdipartimentale su Discriminazioni e vulnerabilità.
Sono passati ottant’anni da quel 24 marzo 1944 – osserva la Prof.ssa Lina Caraceni (Univ. di Macerata)ideatrice della Giornata di studio – e la storia non sembra averci insegnato molto; ancora oggi facciamo fatica a comprendere che il nome è un diritto fondamentale, di tutti, perché attraverso il nome passa il riconoscimento della dignità di una persona; purtroppo milioni di esseri umani pure oggi non sono che numeri, da aggiungere a qualche elenco o statistica a seconda della convenienza del momento, ma di cui poco o nulla ci interessano i volti, le storie, i vissuti.
Al contrario, è nostra responsabilità come studiosi, contribuire a riaffermare la centralità dell’identità di ogni essere umano attraverso il nome; del resto “nomen omen”, come dicevano i latini.