Correggio e Raffaello in esposizione a Castel Gandolfo
Top

Correggio e Raffaello in esposizione a Castel Gandolfo

Due opere dei rispettivi autori, in mostra nella residenza estiva papale, sono visibili al pubblico già dal 23 marzo

Correggio e Raffaello in esposizione a Castel Gandolfo
Preroll

redazione Modifica articolo

25 Marzo 2024 - 15.56 Culture


ATF

Chi in questi giorni andrà a visitare il polo Museale di Castel Gandolfo (a sud della capitale) potrà ammirare due nuove opere: il Redentore del Correggio e l’arazzo della Pesca miracolosa di Raffaello. Questi capolavori d’arte del Cinquecento provengono direttamente dai Musei Vaticani e danno il via alla nuova stagione espositiva del Palazzo Papale con questo nuovo format, ideato proprio per trasferire le collezioni papali dai Musei della Santa Sede alla vicina residenza papale. Nella Sala dei Papi si potrà inoltre ammirare una mostra interamente dedicata a Raffaello, inaugurata il 23 marzo.

L’arazzo della pesca miracolosa fu commissionata da Papa Leone X a Raffaello con l’intento di ornare la parte bassa della Cappella Sistina, in particolare questo arazzo appartiene ad una serie di arazzi degli Atti degli Apostoli. L’urbinate per la verità ideò solo le bozze preparatorie, che consistevano in un maestoso dipinto su carta con le storie dei santi Pietro e Paolo. I cartoni vennero spediti nel 1515 alla bottega Van Aelst a Bruxelles dove vennero trasformati in panni ad arazzo raffinati, caratterizzati da fili d’oro e argento. 7 arazzi dei 10 totali vennero mandati a Roma per essere esposti nella Cappella Sistina il 26 dicembre del 1519. Oggi parte dei bozzetti prodotti da Raffaello sono conservati al Victoria and Albert Museum di Londra.

Leggi anche:  Un viaggio virtuale nella storia: l'ascensore del Re al Palazzo Reale di Napoli

Il Redentore in gloria del Correggio in origine costituiva la parte sporgente del Trittico dell’Umanità di Cristo, destinato per l’altare maggiore della Chiesa di Santa Maria della Misericordia a Correggio e prodotto intorno al 1525. Prima del trasferimento era esposto nella sala IX della Pinacoteca Vaticana. Intorno al 2011, durante l’ultimo restauro condotto da Claudio Rossi de Gasperis, è riemersa la grande abilità del maestro emiliano nel compimento di passaggi tonali molto delicati e sfumature di colore molto minute, tecniche realizzate alla maniera prima di Leonardo e poi di Giorgione

Native

Articoli correlati