Bologna. Esce in questi giorni nelle librerie e negli store online, anche nella versione e-book, il nuovo romanzo del giornalista e scrittore Claudio Visani. Si intitola “L’ultima tragica cascina” (Edizioni del loggione) ed è ispirato a una storia di Resistenza nella bassa bolognese, la battaglia partigiana di Fiesso e Vigorso nella quale tra il 20 e il 21 ottobre 1944 caddero una ventina di partigiani e vennero trucidati dai nazifascisti sette degli otto componenti della famiglia contadina che aveva dato riparo ai “ribelli” nella propria cascina.
Il romanzo è ambientato a Bologna nei giorni nostri. Il protagonista, Enrico Barbieri, fa l’insegnante di italiano e storia in una scuola media e coinvolge i suoi alunni di terza nella raccolta dei ricordi e delle testimonianze dei nonni. Un lavoro che porta, con l’aiuto di una sua amica ricercatrice, al recupero della memoria e delle storie delle vittime civili e combattenti di quello che fu uno degli episodi più cruenti degli ultimi mesi di guerra nel bolognese, una sorta di piccola Marzabotto.
La battaglia partigiana, la sofferta guerra dei contadini a sostegno della Resistenza e l’eccidio di quel fine ottobre sono noti ma finora erano stati poco indagati e se ne era scritto pochissimo. Attraverso lo studio approfondito dei documenti, la raccolta di tre testimonianze dei protagonisti ancora viventi e il ritrovamento di una intervista audio inedita dell’unica civile sopravvissuta al massacro, il romanzo ricostruisce quei fatti e apre nuovi squarci di verità sugli aspetti dimenticati e più oscuri della vicenda.
Il romanzo ha la prefazione dello storico direttore dell’Istituto Parri di Bologna Luca Alessandrini, e uno “strillo” in quarta di copertina del decano degli scrittori bolognesi, Loriano Macchiavelli. La prima presentazione avverrà in uno dei luoghi simbolo della Resistenza in Emilia-Romagna, a Cà di Malanca (Brisighella), sui monti al confine tra Romagna e Toscana dove c’era il comando della 36esima Brigata Garibaldi “Alessandro Bianconcini”. Dialogheranno con l’autore il giornalista e documentarista Paolo Soglia e lo stesso Alessandrini.