di Adelmina Meier
I giornalisti RAI abbiano uno scatto, e spendano l’annunciato pacchetto di giorni di sciopero per dire NO al fascismo che avanza e addensa lunghe e pesanti ombre sul Servizio Pubblico radiotelevisivo. Sarebbe un segnale di vitalità, di vitalità professionale oltre che politica, sarebbe il rinnovo di un giuramento democratico che sempre si è chiesto a chi opera in un settore che per timone ha l’articolo 21 della Costituzione.
Sarebbe un modo per onorare il 25 Aprile che si avvicina e che ricorda come uomini e donne seppero dare il massimo – anche giornaliste e giornalisti – per uscire dall’incubo del fascismo che gli uomini di questo potere ci ricordano, seppure in versione ridicola, ma per questo non meno pericolosa.
La notizia della censura al monologo sul 25 Aprile che Antonio Scurati avrebbe dovuto fare a “Che sarà”, su Rai3, non so se farà scandalo in Italia, certamente si in Europa e nel mondo democratico, già allarmato dai segnali che il governo Meloni sta dando in tema di libertà, di diritti civili: si spazia dai diritti negati alle donne a quelli sul libero pensiero. Si manganellano i giovani, si portano in tribunale i filosofi della politica, solo per averci avvertito dei rischi che corre la nostra democrazia, la nostra Repubblica. In una Rai alla deriva, che getta alle ortiche un patrimonio di professionalità e raccoglie dati allarmanti per le casse e per la stessa sopravvivenza, prima si parla di aborto escludendo le donne, come ha fatto il potente Vespa, ieri sensibile a chi era a cavallo, ora alla piccola amazzone de noantri, poi si chiude la porta in faccia ad uno storico che vorrebbe ricordarci l’Italia che seppe resistere al nazismo e ai suoi vigliacchi servitori, i fascisti.
A chi vorrebbe instaurare in Italia un regime rozzo e violento come quello di Orban, che trascina in tribunale una donna italiana antifascista, umiliandola con catene e guinzaglio, va data una risposta ampia e decisa, di popolo. Si è discusso troppo, troppo si continua a disquisire, sulla natura di questo governo: se sono fascisti o no. Si potrebbe prendere in prestito la frase che tuonò in chiesa ai funerali del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, per bocca del cardinale di Palermo Salvatore Pappalardo: “Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur”, “Mentre a Roma si pensa sul da fare, Sagunto viene espugnata dai nemici”. Ecco, ricordiamocelo, il fascismo salì al potere anche per una irresponsabile sottovalutazione degli allarmi della Storia.