di Alessia de Antoniis
ATARDE
Sul palco del Concertone anche Atarde, musicista anconetano che mette in musica flash di vita, tra flussi di coscienza e narrazioni del suo quotidiano. Partito da cover suonate in camera, è uno dei tre vincitori del contest 1M NEXT e si esibirà sul palco del Concertone del Primo Maggio al circo Massimo. Nelle sue canzoni una grande ricerca melodica e per un immaginario polifonico, al confine tra sogno e reale.
Atarde è Leonardo Celsi, nato ad Ancona, classe 2001. Ha recentemente lanciato il suo ultimo singolo dal titolo Alba Adriatica. La canzone, frutto della collaborazione con Pecs e della produzione di Kyv, rappresenta un nuovo capitolo nella carriera musicale di Atarde, che ha iniziato con cover registrate nella propria stanza e brani originali su SoundCloud. Nel 2024, Atarde ha aperto l’anno con il singolo electro pop Muschio, accompagnato da un videoclip creato da Luca Giraudo, Filippo Scimone e Simone Coppola. Alba Adriatica è un viaggio, forse ironico, attraverso le piccole spiagge meno conosciute lungo la costa adriatica, spesso oscurate da destinazioni più famose come Rimini, Riccione e il Conero.
Il nome d’arte di Leonardo Celsi, Atarde, è evocativo. “Deriva dalla parola “atardecer” che in spagnolo significa “tramonto, imbrunire”. È una parola a cui sono legato da tempo” – racconta Leonardo.
Una colonna sonora per raccontare Atarde in cinque canzoni, come sarebbe?
Domanda tosta! Direi: Bohemian Rapsody (Queen), Fleshed Junk Mind (Milky Chance), Lovesick (Mura Masa), Rondinella (canto popolare folk marchigiano) e The Judge (Twentyone Pilots)
Bel mix… e come si è formato il tuo stile musicale?
Mio padre suonava in una band folk marchigiana, quello è stato il mio primo approccio alla musica. Ascoltavo un po’ di tutto e ho cominciato a suonare cercando gli accordi delle canzoni che ascoltavo. Non saprei dire un artista specifico, ascoltavo pop sia moderno che passato.
Sei stato inserito nella lista dei 20 talenti italiani da seguire nel 2022 dalla piattaforma VEVO. Ora sei al Concertone del Primo Maggio. Quando hai capito che forse avevi una possibilità?
Quando ho cominciato ad apprezzare quello che scrivevo. Le mie canzoni mi piacevano ancor prima che le iniziassi a pubblicare e, anzi, forse mi piacevano più di quanto mi piacciono ora.
La prima pubblicazione è del 2020. L’anno della pandemia. Cosa ti ha lasciato questa esperienza, vissuta in anni in cui normalmente si esce, si vive con gli amici, si viaggia?
Per me è stato un periodo che ho potuto dedicare maggiormente alla produzione. Casa mia è un’oasi in mezzo al verde e ho passato una quarantena davvero invidiabile. Non ho sentito più di tanto la mancanza della “vita di prima”.
Sei sul palco del Concertone del Primo Maggio. Quale messaggio vorresti lanciare?
Forse la cosa che mi piacerebbe dire è che la differenza tra essere su un palco come quello e non esserci, non è soltanto una questione di credere nei propri sogni e di sacrificio. Questa è una retorica che detesto. Ci sono persone che possono permettersi di dedicare tempo alle proprie passioni e io ho avuto questa possibilità. Vivo in un contesto che me lo permette. Mentre altre, semplicemente, non possono. Per mille motivi: lavoro, salute, soldi, educazione… Non c’entra col primo maggio in senso stretto, ma è il messaggio che sento più mio. Ci sono messaggi ben più incisivi e importanti che andrebbero portati avanti in un contesto come quello del Circo Massimo, ma di cui per ora non sento di farmi carico.
È un’occasione per parlare di diritti dei lavoratori. Si parla abbastanza dei diritti di chi fa musica, soprattutto dei giovani come te?
Forse se ne parla pure, ma non si è mai fatto abbastanza. Non conosco ancora bene questo settore, devo ancora entrare pienamente nel mondo lavorativo, ma so o conosco colleghi e colleghe che sono in difficoltà.
Il 2024 è l’anno delle elezioni: si sta votando in tantissimi Paesi e a vario titolo. Come vedi il fermento delle nuove generazioni e la discussione tra astensionismo e voto?
Non so. Nella mia cerchia di persone si vota e ci si interessa alla politica, ma non posso farne un discorso generale.