La plausibile fine di un Amore prima dell’oblio
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La plausibile fine di un Amore prima dell’oblio

Il regista islandese Kormakur firma l’emozionante e personale Touch

La plausibile fine di un Amore prima dell’oblio
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Marco Spagnoli Modifica articolo

11 Settembre 2024 - 23.40


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Una storia romantica e segreta che abbraccia diversi decenni e si svolge in più continenti: il viaggio emotivo di un vedovo alla ricerca del suo primo amore scomparso mezzo secolo fa senza lasciare altra traccia se non nelle macerie della vita dell’uomo abbandonato. Tutto questo prima che scada il tempo del protagonista che – in un certo senso – assomiglia all’autore della storia, ovvero il regista islandese Bathazar Kormakur che dirige un cast interessante di giovani attori in questo elegante dramma dall’eco personale scritto insieme a Olaf Olaffson. “Se guardi alla mia filmografia scoprirai che il primo film che ho realizzato si chiamava 101 Reykjavik e il direttore Marco Müller lo ha presentato a Locarno dove  ha anche vinto alcuni premi. Era una commedia “nera” sull’amore. Ed è forse questo che vedevo di più in quel sentimento quando avevo 30 anni e qualcosa.” Spiega Balthazar Kormakur, regista di film tra Hollywood e l’Europa come Beast, Resta con me, Everest, Contraband e Cani Sciolti “Poi attraversi la vita, fai esperienza di momenti difficili e inizi a vedere l’amore e le relazioni in un modo diverso. E sento che per me è stato naturale, in realtà, riflettere sul mio rapporto con l’amore e con la vita in un modo differente da come avevo fatto prima. Ho, infatti, sentito il bisogno di raccontare la storia della conclusione di una storia d’amore soprattutto volevo seguire qualcuno che cercava una fine plausibile e, forse, perfino un senso al proprio grande amore.” 

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La trama di Touch è incentrata sulla figura di Kristofer, un vedovo, che dopo aver ricevuto una diagnosi di demenza in fase iniziale lascia la sua casa a Reykjavik sperando di risolvere il mistero più grande della sua vita. Da studente a Londra cinquant’anni prima, Kristofer si era, infatti, innamorato di Miko, il cui padre possedeva il ristorante giapponese dove entrambi lavoravano.  Al culmine della loro vorticosa relazione, Miko è scomparsa improvvisamente senza lasciare traccia. Ora, 

Kristofer si propone di ritrovare questa donna che considera la sua anima gemella, decidendo di seguire le sue tracce ovunque possano portare, anche fino al luogo di nascita di Miko. Hiroshima, prima che i suoi ricordi della loro storia si perdano per sempre nel tempo. E’ un film mosso dalla nostalgia? Secondo Kormakur, forse, no: “Penso che la nostalgia sia una cosa importante, ma ritengo anche che questa storia si muova su un piano differente e probabilmente più ‘alto’: quando guardi alla tua vita e alle tue relazioni, quando ti volti indietro tendi a vedere le cose sotto una certa luce, non ricordi più i piccoli litigi, ma vivi un certo senso di mancanza rispetto agli attimi, agli odori, ai colori e non sempre nell’ordine giusto, anzi. E’ come se due parti della di te provassero a dialogare tra loro, sai? E quindi per me Touch è un film universale ed egocentrico al tempo stesso: è più come se un pittore avesse bisogno di fare un film su di sé. E’, in un certo senso, un autoritratto di un pittore.” Sull’elemento personale del racconto Kormakur non si tira indietro “Volevo fare un film su di me che dialogo con il “pazzo” che sono stato trenta anni fa. Se oggi mi guardo allo specchio, alle volte, a stento mi riconosco e questo perché sono stato, nella vita adulta, due “ragazzi” diversi. Ce ne è uno che parla qui con te, questo ragazzo che è andato a Hollywood, e che non è tornato a casa per un bel po’, e c’è quell’altro che è semplicemente, un ragazzo selvaggio che non sa quello che sta per succedergli. Per me Touch affronta il bisogno delle persone della mia età che prima dei sessant’anni sentono la necessità di “riportare” il passato al presente, mettendo insieme elementi differenti della propria vita. Come per il mio protagonista ci sono, nelle vite di tutti, problemi, relazioni, questioni che ti pesano di più e che non hai affrontato, quando il momento di doverlo fare era più vicino. Non te ne sei occupato allora, ma oggi tutte queste porte aperte iniziano a pesarti di più. Perché hai bisogno di tracciare il disegno della tua esistenza prima che finisca ed è questo che amo di questa storia. Non è tanto una questione di amore quanto di sapere di dovere rendere la tua vita un tutt’uno: dove il ragazzo di oggi e quello selvaggio di ieri possano diventare, finalmente, una persona sola. Touch è un film sulla necessità di riportare il passato al presente e di capire cosa c’è nell’oggi che mi manca rispetto a ieri.”Balthazar Kormakur conclude : “I personaggi dei miei film sono quasi sempre persone sia buone che cattive. Hanno fatto, fanno cose sbagliate e fanno cose buone. Penso che Christopher, il mio protagonista, non fosse un buon marito, ma probabilmente era soprattutto un buon amante. Ciò che lo muove, alla fine della sua vita cosciente, è la sua relazione con l’incompiuto e i suoi errori. E questa relazione con quanto non abbiamo saputo concludere è, in qualche modo, qualcosa che in misure diverse appartiene a tutti noi e nella quale tutti, donne e uomini, possiamo riconoscere frammenti della nostra esistenza.” 

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