George Harrison e i 50 anni di “living in the material world”, disco spirituale e intimista
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George Harrison e i 50 anni di “living in the material world”, disco spirituale e intimista

Esce il 15 novembre una versione rimasterizzata (con inediti) di “Living In The Material World” di George Harrison. Un disco spirituale e intimista, dalle tematiche pacifiste, quanto mai attuali e necessarie.

George Harrison e i 50 anni di “living in the material world”, disco spirituale e intimista
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13 Novembre 2024 - 00.10


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di Diego Perugini

E’ sempre tempo di Beatles, un mito che non accenna a esaurirsi. 

E così, mentre lo storico gruppo è in lizza per i Grammy Awards 2025 con “Now And Then” (realizzata con l’aiuto dell’intelligenza artificiale), 

Paul McCartney è in giro per il mondo col suo tour e Ringo Starr annuncia un disco country per gennaio, scatta anche il cinquantesimo di “Living In The Material World” del compianto George Harrison, scomparso nel novembre del 2001.

Il disco, uscito in realtà nella primavera del 1973, viene ripubblicato il 15 novembre in diversi formati fisici e digitali, tra cui un lussuoso box set in sole 5000 copie, che sarà oggetto del desiderio dei collezionisti. 

Riascoltato oggi, completamente remixato dai nastri originali, l’album mantiene un certo fascino, anche solo per la tematica pacifista e spirituale sottesa. Argomenti tutti più che mai necessari e attuali nel nostro mondo così dilaniato da odi e conflitti. 

“Dammi amore, dammi la pace sulla terra” cantava infatti nel brano più famoso della raccolta, “Give Me Love”, una ballata suadente e orecchiabile, con la tipica chitarra “slide” in evidenza: all’epoca fu un grande successo e volò in testa alle classifiche.

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Ma anche il resto conserva il suo perché, con un suono molto anni Settanta e un gruppo affiatato di virtuosi, tra cui il batterista Jim Keltner, i tastieristi Nicky Hopkins e Gary Wright, il bassista Klaus Voormann e il sassofonista/flautista Jim Horn. Senza dimenticare la partecipazione speciale dell’ex collega di band, Ringo Starr. 

“The Light That Has Lighted the World” è lenta e suggestiva, al contrario del brano che dà il titolo al disco, più rock e incalzante. 

“Don’t Let Me Wait Too Long” rimane una delle tracce migliori, melodica e gioiosa, mentre la delicata “Be Here Now” è stata vista da più parti come una riflessione sul suo passato beatlesiano con la netta volontà di vivere nel presente. I testi mettono in luce la vena più intimista, religiosa e personale dell’artista, alla ricerca di un’illuminazione e di un senso in un mondo, appunto, “materiale”, dove per altro anche lui viveva e si dibatteva fra tentazioni ed elevazione. 

Un lavoro da riscoprire, insomma, col bonus di un dozzina di provini mai pubblicati prima, come la versione acustica di “Give Me Love” e altri brani in presa diretta in studio. 

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 Ciliegina sulla torta, la registrazione inedita di “Sunshine Life For Me (Sail Away Raymond)”, brano incluso in altra versione in “Ringo” (1973), con la partecipazione di Ringo Starr e Robbie Robertson, Levon Helm, Garth Hudson e Rick Danko di The Band. 

mannaggiallamusica.it

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