di Diego Perugini
Una delle poche note liete del nuovo Sanremo targato Carlo Conti è la partecipazione di Lucio Corsi. Un nome che, forse, al grande pubblico dirà poco, ma già coccolato dalla critica e da uno zoccolo duro di fan appassionati. In realtà il cantautore maremmano non è un ragazzino né tanto meno un esordiente. Ha 31 anni e ha all’attivo due ep e tre album. Il primo, “Bestiario musicale”, è del 2017: un lavoro di culto, una specie di “concept” ispirato agli animali che popolano la sua Maremma.
Anche se è col successivo “Cosa faremo da grandi” (2020), prodotto da Francesco Bianconi dei Baustelle e Antonio Cupertino, che le cose cominciano a muoversi, tra ottime recensioni, passaparola e promozione tv. Doveva esserci pure un tour, sfortunatamente interrotto per il Covid.
Ma il disco cresce, grazie a brani come “Trieste”, “Freccia bianca” e l’orecchiabile “Cosa faremo da grandi?”, che rivelano un talento cristallino e una personalità estrosa.
Un ragazzo magrissimo e dall’aspetto gracile, con lunghi capelli lisci e vestiti anni ‘70, anche se spesso sul palco indossa tutine attillatissime come il Renato Zero degli inizi.
Lucio scrive canzoni fantasiose e bizzarre, con richiami eterogenei, da Ivan Graziani a Lucio Battisti, sino al glam rock di David Bowie e Marc Bolan. Riferimenti anche evidenti (come le varie cover eseguite dal vivo), ma assimilati e restituiti in modo originale.
I suoi sono pezzi surreali, storie strane dalle atmosfere fiabesche, con un gusto piacevolmente rétro e fieramente fuori dalle mode.
Lo conferma il successivo “La gente che sogna”, uscito nell’aprile 2023, con altri pezzi intriganti, dall’utopia fantastica di “Astronave Giradisco” al desiderio di fuggire su un altro pianeta di “Radio Mayday”.
Dal vivo, poi, Lucio ha la cosiddetta marcia in più: ha carisma e sa come intrattenere la gente, con esibizioni lunghe, intense e trascinanti. Il pubblico è ancora di nicchia, ma va bene così. Per ora.
L’ultimo tassello prima dell’approdo sanremese è “Tu sei il mattino” (Sugar Music), una ballata melodica e a suo modo romantica, pubblicata un mesetto fa. Racconta di una “prima volta” che diventa riflessione sul tempo che passa, i cambiamenti e la crescita. E i ricordi che rimangono, fra nostalgia e un pizzico di malinconia.
Un brano che sta avendo una certa esposizione mediatica, anche grazie al coinvolgimento di Carlo Verdone nel “virale” videoclip.
Lo stesso Lucio è fra i protagonisti di “Vita da Carlo – Terza Stagione”, la serie televisiva di e con Verdone disponibile in esclusiva su Paramount+ dal 16 novembre.
E ora via verso la grande avventura di Sanremo.
I fan della prima ora, un po’ gelosi, temono possa bruciarsi ma noi incrociamo le dita e confidiamo sul suo carattere tosto e coi piedi per terra. Speriamo solo che abbia scelto il pezzo giusto per farsi conoscere e apprezzare ancora di più. E non si faccia tradire dall’emozione e dal frenetico can-can del festival.
Una cosa, comunque, è certa: in quei giorni di febbraio faremo un tifo indiavolato per lui.