Ricordo defunti, spese pazze per i fiori
Top

Ricordo defunti, spese pazze per i fiori

Per i crisantemi gli italiani spendono 400 milioni di euro. Coldiretti: «Per non cadere nelle trappole del mercato meglio non ridursi all'ultimo momento».

Ricordo defunti, spese pazze per i fiori
Preroll

Desk Modifica articolo

2 Novembre 2012 - 10.45


ATF

Per gli italiani la ricorrenza del 2 novembre resta un appuntamento da ricordare nel rispetto della tradizione con un costo di circa 400 milioni di euro nell’acquisto di fiori, soprattutto crisantemi. E’ quanto stima la Coldiretti nel sottolineare che la spesa in fiori per la ricorrenza dei defunti supera quella di San Valentino.

La varietà più diffusa di crisantemo è l’anastasia e i prezzi sono pressochè stabili secondo le associazioni dei consumatori. Si segnala peraltro una grande variabilità – spiega la Coldiretti – a seconda del momento e dei luoghi e per questo è opportuno, nonostante il tipo di ricorrenza, non fare acquisti di impulso, ma verificare e mettere a confronto i diversi prezzi sul mercato. La scelta è ampia tra steli recisi e in vaso donati nelle diverse forme (pon pon, a dalia, a fiore grande, ad anemone, a margherita e spider) con uno o più fiori per stelo e nei diversi colori.

I prezzi di vendita al dettaglio per i fiori recisi – riferisce la Coldiretti – variano da 1,5 euro a 7 euro per quelli più grandi e possono arrivare ai 15 euro se si tratta di crisantemi in vaso o di mazzi con più fiori. Per evitare di cadere nelle trappole del mercato è meglio non ridursi all’ultimo momento per gli acquisti, evitare venditori improvvisati per non alimentare l’illegalità e preferire l’acquisto, se possibile, direttamente dai produttori.

Per fare durare di più i fiori si consiglia – sostiene la Coldiretti – di cambiare l’acqua nei vasi ogni due o tre giorni e di tagliare il gambo dei fiori cogliendo, se possibile, l’occasione di ripetere la visita di commemorazione. La produzione del crisantemo è sicuramente una delle tecniche più complesse del florovivaismo italiano, basti pensare al fatto che occorre “programmare” la fioritura, dosando le ore di buio e di luce con la copertura delle piante in funzione del momento in cui i fiori verranno messi in commercio.

Il crisantemo o fiore d’oro viene coltivato in Cina da ben cinque secoli prima di Cristo. In Europa, i primi crisantemi furono diffusi alla fine del 1700, prima in Francia, poi in Italia e in Inghilterra. In principio era una vera rarità esotica, ma col tempo se ne diffuse la coltivazione casalinga.

Se in Italia il crisantemo ci ricorda soprattutto il giorno dei defunti, in Giappone – conclude la Coldiretti – è il fiore nazionale, emblema araldico della famiglia imperiale e il principale ornamento floreale utilizzato per la celebrazione delle nozze, mentre in molti Paesi è il simbolo della vita, della forza d’animo e della pace.

Il crisantemo è anche conosciuto per le proprietà terapeutiche e il suo aroma in cucina. I ricettari europei dei secoli scorsi lo ponevano ad un posto d’onore. In particolare il “Chrysanthemum vulgare”, noto anche come tanaceto o erba amara, godeva di grande considerazione. Il suo particolare aroma era sfruttato per frittate, pasticci di carne, per il pesce, e crudo nelle insalate. Il tanaceto è ricco di proprietà salutari, fra cui quella di sollecitare l’attività della mucosa gastrica.

Native

Articoli correlati