Vertenza Alcoa e Sulcis: una luce in fondo al tunnel
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Vertenza Alcoa e Sulcis: una luce in fondo al tunnel

Dopo il protocollo d'intesa firmato da Governo, Regione Sardegna, Glencore e sindacati, la visita del presidente Pigliaru nel presidio dei lavoratori Alcoa [Argentino Tellini]

Vertenza Alcoa e Sulcis: una luce in fondo al tunnel
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13 Novembre 2014 - 16.04


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di Argentino Tellini

Nella vicenda Alcoa si intravvede finalmente una luce in fondo al tunnel. Il 10 Novembre scorso a Roma, presso il Ministero delle Attività Produttive, si sono poste le condizioni essenziali affinché la multinazionale anglo-svizzera Glencore possa acquisire e riavviare finalmente gli impianti di proprietà dell’Alcoa (fermi oramai da anni), che producevano alluminio primario. In sostanza si è raggiunto un accordo preventivo sulle condizioni economiche di fornitura dell’energia, sulla possibilità di sostenere con risorse pubbliche gli investimenti necessari e sul miglioramento delle infrastrutture. L’intesa, recita il comunicato ufficiale sottoscritto da Governo, Regione Sardegna,Glencore e Sindacati, è basata nel rispetto delle regole europee. Le parti citate hanno espresso un cauto ma motivato ottimismo, compreso il Presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru, che ha seguito dall’inizio del suo mandato la vicenda. Il Governatore ha anche invitato tutti a tenere i piedi per terra e a non lasciarsi andare a facili entusiasmi, ben conscio delle esperienze passate.

Recentemente Pigliaru è anche andato a trovare gli operai Alcoa nel loro presidio permanente, che tengono da Maggio presso lo stabilimento di Portovesme. L’incontro si è svolto in un clima sobrio e molto cordiale. Scrive infatti nella sua pagina di facebook Manuel Contu, operaio Alcoa , sempre in prima fila nelle lotte ” A noi l’umiltà e la serietà del Presidente Pigliaru lascia ben sperare”. E’ comunque grazie a questi coraggiosi lavoratori che in questi mesi si è tenuta accesa la fiammella della speranza di una vertenza che appariva definitivamente chiusa nel modo peggiore. Elvio Muscas, Mauro Pusceddu, Luca Onnis e diversi loro colleghi non si sono persi d’animo ed hanno montato le tende di fronte ai loro impianti. Hanno avuto ragione e i loro sforzi sono stati premiati, appoggiati in questo dal Sindacato e dai loro colleghi sempre più numerosi. Ora però si avvicina la parte più delicata: la trattativa economica d’acquisto vera e propria fra l’acquirente Glencore e l’attuale proprietaria Alcoa, multinazionale americana. Fino all’atto ufficiale della cessione infatti nessuno è autorizzato a cantar vittoria. Gli operai tengono alta la tensione e non mollano, ma questa volta appaiono fiduciosi. Con queste premesse l’obbiettivo del riavvio degli impianti e del ritorno al lavoro di un migliaio di ex dipendenti Alcoa, fra diretti ed indiretti, non sembra più essere una chimera. Lo meriterebbero davvero questi coraggiosi lavoratori, dopo anni di dura e gloriosa lotta.

Per quanto riguarda le altre aziende del polo di Portovesme la società russa Rusal, proprietaria dell’Euroallumina, ha annunciato che i propri impianti (fermi anch’essi da anni) ripartiranno. Recentemente si è anche sbloccato il bacino dei fanghi rossi. La ex Ila, ora Portal, che produceva laminati di alluminio è invece ancora ferma. Mentre la Portovesme srl, altra società controllata da Glencore, che produce piombo e zinco, è in attività. Il suo Amministratore Delegato Carlo Lolliri ha inoltre recentemente affermato che sarebbe pronto ad assumere decine di giovani locali se il Governo riconoscesse come lavoro usurante quello svolto in una fabbrica metallurgica e si facesse quindi andare in pensione un operaio di almeno 60 anni con 35/40 anni di contributi. Qualcosa si muove dunque nel polo dell’alluminio del Sulcis, terra che vive una crisi economica terribile, con i suoi abitanti giunti ​allo stremo delle forze. Rimarrebbe da scoprire come mai certe soluzioni non siano state adottate prima, ma questa è un’altra faccenda o forse un mistero che rimarrà insoluto.

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