Si fa la pipì addosso perché non può andare in bagno: azienda (giustamente) condannata
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Si fa la pipì addosso perché non può andare in bagno: azienda (giustamente) condannata

E' successo a un lavoratore della Sevel di Atessa, in provincia di Chieti.

Manifestazione del 1 maggio- festa dei lavoratori
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25 Settembre 2019 - 10.43


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“E’ stato visto dai colleghi di lavoro con i pantaloni bagnati per essersi urinato addosso” ricorda il legale di un lavoratore della Sevel di Atessa, in provincia di Chieti. All’uomo infatti, nel febbraio del 2017, era stato impedito di andare in bagno durante il suo turno di lavoro, e gli fu permesso di cambiarsi solo due ore dopo il fatto, quando potè finalmente abbandonare la sua postazione. L’azienda è stata condannata a pagare un risarcimento.
Ad un anno e mezzo di distanza dall’episodio il tribunale di Lanciano ha riconosciuto i diritti dell’operaio, con il giudice che ha chiarito come il datore di lavoro abbia “arrecato concreto e grave pregiudizio alla dignità personale, al suo onore e alla sua reputazione”. Danno che è stato quantificato in un risarcimento pari a 5mila euro.

Al fianco del lavoratore l’Unione Sindacale di Base, che in una nota sottolinea: “La sentenza ha reso giustizia al lavoratore, restituendogli in parte la dignità che rimane irrimediabilmente lesa, anche per le conseguenze che la vicenda ha inevitabilmente generato a livello morale e psicologico. Ci si augura – viene aggiunto – che il fatto, che ha avuto comprensibilmente una grande risonanza mediatica per la sua gravità, non si verifichi mai più“.

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“Il ringraziamento di USB – viene infine precisato – va all’avvocato Bracciale per la sua professionalità e per la sua assistenza legale, nonché per aver preso a cuore una vicenda estremamente delicata. E anche ai colleghi del lavoratore, che con coraggio hanno permesso di ricostruire la vicenda in modo univoco, concordante, lineare e coerente, come ritenuto testualmente dal giudice di Lanciano”.

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