Come al solito: la destra sta cercando di utilizzare la crisi della pandemia da coronavirus per promuovere condoni e, perfino, invocare la sospensione di due anni dei meccanismi di controllo sugli appalti, in un paese nel quale la corruzione e le mani riescono a mettere le mani sui soldi pubblici nonostante i controlli.
E qual è l’ultima? “Dobbiamo proporre ai contribuenti una pace fiscale. E mettere in campo un’emissione straordinaria trentennale di titoli a tasso agevolato, obbligazioni sottoscritte da persone fisiche che intendono far ‘emergere’ contante e/o valori anche presenti nelle cassette di sicurezza (stima di almeno 150 miliardi), non se derivanti da reati penalmente perseguibili”.
Lo suggerisce il leader e senatore della Lega, Matteo Salvini, in un’intervista a ‘Il Sole 24 Ore’.
Per l’ex titolare del Viminale “anche per far ripartire l’edilizia dobbiamo siglare una pace. Ci sono domande di condono edilizio giacenti da vent’anni! Soldi da incassare per il Comune e fine di un incubo burocratico per migliaia di cittadini. Solo a Roma ci sono ancora in sospeso 180mila domande! È così – aggiunge – che si rimette in moto il Paese, altro che aspettare l’Europa”.
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