Riassunto delle puntate precedenti: in questo mese di quarantena la crisi la stanno pagando i più poveri, i precari, quelli che sono rimasti senza lavoro?
O la stanno pagando i proprietari dei supermercati, i farmacisti, chi gestisce servizi di e-commerce o di telefonia?
La stano pagando di più coloro che non hanno risparmi e vivono in affitto o i proprietari di ville che hanno dovuto rinunciare al viaggio alle Maldive ma che in tasca hanno tanti soldi quanto un impiegato non guadagnerebbe in due vite?
Tutti lo sanno. Ma guai a parlare di tasse ai ricchi, soprattutto a destra, dove tutti pensano a slogan come ‘abbassare le tasse’ che poi significa meno servizi, meno scuole pubbliche e – come negli Stati Uniti – nessun sistema sanitario nazionale, visto che se non hai la carta di credito in ospedale nemmeno ti prendono in considerazione.
“Se la maggioranza pensa di introdurre una patrimoniale lo dica subito, e chiaramente. Altrettanto chiaramente, da sempre, noi diciamo di no a qualsiasi nuova tassa, a maggior ragione in una fase in cui tutti stanno già pagando i costi dell’emergenza”.
Il che non è vero: perché c’è chi si sta arricchendo e chi si ritrova senza nulla. Chi ha conti in banca sostanziosi e che ha perso tutto.
Lo ha affermato Mara Carfagna, vicepresidente della Camera e deputata di Forza Italia.
“I deputati dem oggi propongono un surrettizio `contributo di solidarietà` dicendo di muoversi `in piena sintonia con il partito`. Quindi anche Zingaretti è d’accordo? E anche il ministro Gualtieri, che da qualche settimana è iscritto a quello stesso gruppo parlamentare? Il virus delle tasse si sta propagando all’interno della maggioranza e nessuno dei partiti che ne fanno parte può ritenersi immune, non finché sostiene questa compagine”, sostiene la presidente di `Voce Libera`.
“È il caso che il governo fermi sul nascere questa discussione. L’effetto di queste dichiarazioni ondivaghe è devastante per l’economia italiana, crea incertezza tra i cittadini già preoccupati per l’emergenza sanitaria e per la crisi economica. Anziché inaugurare l’ennesima dibattito sulla patrimoniale – conclude Carfagna – il governo acceleri i tempi per la concessione di crediti garantiti alle imprese, o rischia un nuovo buco nell’acqua dopo i ritardi drammatici dei famosi 600 euro alle partite Iva, ancora non arrivati ai richiedenti”.
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