Il direttore generale del Mes: "Con questo strumento l'Italia risparmierà 7 miliardi"
Top

Il direttore generale del Mes: "Con questo strumento l'Italia risparmierà 7 miliardi"

Klaus Regling, in un’intervista ad Ansa, Dpa, Efe, Anp e Afp spiega perché bisognerebbe approfittare dei “soldi sicuri” della nuova linea di credito.

Klaus Regling
Klaus Regling
Preroll

globalist Modifica articolo

12 Maggio 2020 - 07.09


ATF

Usare il Mes è vantaggioso, l’Italia può risparmiare fino a 7 miliardi di euro in dieci anni, cosa che non riuscirebbe a fare se andasse da sola sui mercati a finanziarsi per coprire i costi dell’emergenza coronavirus. Inoltre, è privo di condizionalità, sia ora che in futuro, come ha assicurato anche la Commissione europea. Il direttore generale del Mes, Klaus Regling, in un’intervista ad Ansa, Dpa, Efe, Anp e Afp spiega perché bisognerebbe approfittare dei “soldi sicuri” della nuova linea di credito.
“Tutti i Paesi possono ricevere il 2% del proprio Pil” e “ognuno può calcolare i vantaggi. Per la Spagna, che ha un tasso appena sotto l′1%, il risparmio sarebbe di 200 milioni di euro all’anno, che per l’orizzonte di dieci anni (di durata del prestito, ndr), sarebbero 2 miliardi. Se si fa il calcolo per l’Italia, sarebbero 7 miliardi, perché i tassi d’interesse sono più alti”, spiega Regling. I fondi Mes “sono in un certo senso anche ‘soldi sicuri’, perché non scapperemo nella prossima crisi”, a differenza di quanto potrebbero fare altri investitori. Quindi il nuovo strumento ”è affidabile ed economico. Questi sono i vantaggi. Ma ogni Governo deve decidere da solo se vuole fare richiesta oppure no”.
Regling è convinto che chiedere aiuti al Mes non manderebbe un messaggio negativo ai mercati, anzi, ”è il contrario”, perché i mercati “sanno che si tratta di denaro vantaggioso e il Paese che deve finanziare il proprio deficit ha più vantaggi a chiedere al Mes piuttosto che fare tutto da solo sui mercati, perché il tasso di interesse è più basso”. Inoltre, non ci sono condizionalità. “L’unica condizione” è che la linea di credito “sia spesa nel settore sanitario, per costi diretti e indiretti.
Non c’è niente di più, e nemmeno ci sarà dopo”. Il Mes attiverà l’Early warning system, un sistema di controllo “che guarda solo ai rischi per la restituzione”, come una qualsiasi banca fa con chi chiede un mutuo. Ma “non c’è la giustificazione per ripetere” la condizionalità “ora con questo tipo di crisi”.
Per quanto riguarda il monitoraggio, il direttore generale ricorda che “la Commissione ha detto molto chiaramente in una lettera firmata dal commissario Gentiloni che non ci sarà un monitoraggio speciale”, ma “farà quello che fa sempre con tutti, si chiama sorveglianza ed è nel Trattato. Non ha niente a che fare con la crisi di oggi. Guarderà alla situazione di bilancio di tutti gli Stati, ma il fatto che un Paese chieda il sostegno della linea Mes non porterà a monitoraggio o missioni aggiuntivi”.
Sul tipo di spese che potranno essere coperte, Regling chiarisce che non sono solo quelle “per costruire un nuovo ospedale”, ma anche “per gli ospedali esistenti” e per “medici, infermieri che già ci sono”. Inoltre, come costi indiretti valgono anche alcuni “costi di contenimento, necessari per tenere i costi sanitari bassi”. La nuova linea dedicata alla pandemia vale 240 miliardi di euro, ma l’aspettativa, spiega, è che ne venga utilizzato un terzo, cioè circa 80 miliardi.

Leggi anche:  Pagamenti digitali: a che punto siamo in Italia?
Native

Articoli correlati