“Capisco che la mole possa spaventare capisco che, di fronte a tanta roba, la domanda cruciale diventa: che fare, adesso? E allora le dico questo: su 102 idee, io mi accontento se il governo ne fa sue almeno una quarantina.
Nelle condizioni critiche in cui ci troviamo, sarebbe già una gran cosa”.
Così Vittorio Colao parla del Piano messo a punto in un colloquio con la Stampa, in cui fa presente che è “molto soddisfatto” del lavoro (46 pagine di sintesi più 102 idee) “per il rilancio di un’Italia colpita da una crisi senza precedenti. È il massimo sforzo possibile, un piano di modernizzazione a tutto campo e di rimozione delle arretratezze del Paese. Anche Conte è molto contento”.
Inoltre spiega che “abbiamo bisogno di agire subito, di mettere a terra in fretta gli interventi nei settori chiave: la semplificazione delle procedure e la digitalizzazione della Pa, le grandi opere e le reti, gli investimenti pubblici e quelli privati”.
Per Colao “la cosa fondamentale è il capitolo imprese e lavoro: quelli sono i nodi più intricati da sciogliere, altrimenti il Paese non riparte. Le azioni che suggeriamo sono tante – osserva – ma a questo punto le priorità da seguire le decide il premier. Naturalmente il tema adesso è tutto politico”.
“Parliamoci chiaro non sarebbe neanche giusto nutrire chissà quali aspettative miracolistiche sul nostro pacchetto. Ma qui si tratta di aiutare il governo a uscire da questa crisi, trasformando l’emergenza in opportunità. E questa è una cosa che dobbiamo fare tutti insieme, a tutti i livelli. Come l’Italia, anche la politica è bloccata. E noi dobbiamo darle una mano, per far uscire il Sistema-Paese dalla paralisi e per mettere d’accordo tutte le anime del Parlamento e della società”.
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