“Non so se quello che si racconta sulla reazione negativa di Conte al piano Colao sia vero. Ma è verosimile, visto che, se non ci fossero stati contrasti, ci sarebbe stata almeno una conferenza stampa congiunta tra i due”. Come scrive sull’Agi.it, Alberto Ferrigolo: esordisce in questo modo l’intervento su La Stampa di Carlo Cottarelli, già commissario straordinario alla Spending review tra il 2013 e il 2014, nel commentare quelli che lui definisce “i tre punti che vedo in qualche modo problematici” dell’ex manager Vodafone chiamato dal premier Conte a mettere a punto il piano per la rirpesa dopo il Covid-19.
Per Cottarelli il primo punto riguarda “la mancata indicazione del costo delle proposte avanzate per le finanze pubbliche”, il secondo concerne il fatto che “l’efficacia di tante altre riforme proposte da Colao possono funzionare bene solo se riusciremo a far funzionare bene anche la giustizia, e non solo quella civile, ma anche quella penale e amministrativa”, infine il terzo, che per Cottarelli riguarda “una proposta che mi lascia perplesso”.
Ovvero, sostiene l’ex commissario alla spesa, che a “a pagina 17 del Rapporto e nella scheda 7” del Rapporto Colao “ci sta l’ennesimo condono fiscale”. Per Cottarelli, dunque, “non lo si chiama ‘condono’, preferendo il più elegante ‘Voluntary Disclosure’, ma quello è: il solito premio dato a chi ha evaso le tasse e il solito incentivo a non pagarle in futuro”.
Per l’economista, infine, si tratta di un “vero peccato” che un rapporto che contiene “tante ottime proposte di ammodernamento” ne contenga anche una “così legata alle peggiori tradizioni della nostra economia”.