Alla fine è sempre il Sud a pagare: il Mezzogiorno soffrirà di più gli impatti economici della pandemia
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Alla fine è sempre il Sud a pagare: il Mezzogiorno soffrirà di più gli impatti economici della pandemia

Lo scrive il Messaggero, che riporta  i dati raccolti da Svimez nelle sue “Previsioni Regionali 2020/2021”

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3 Settembre 2020 - 12.53


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Nel post Covid, il divario tra Nord e Sud è destinato ad allargarsi ancora di più. Senza un piano per il Sud, il Mezzogiorno soffrirà molto di più gli impatti economici della pandemia, pur essendo stato risparmiato (almeno finora) dall’emergenza sanitaria. Lo scrive il Messaggero, che riporta  i dati raccolti da Svimez nelle sue “Previsioni Regionali 2020/2021”:

Le previsioni per il 2021 mostrano i segnali di una divaricazione interna alle due macro-ripartizioni Centro-Nord/Mezzogiorno: le tre Regioni forti del Nord ripartono con minori difficoltà; il resto del Nord e le Regioni centrali mostrano maggiori difficoltà; un pezzo di Centro scivola verso Mezzogiorno; il Mezzogiorno rischia si spaccarsi tra Regioni più resilienti e realtà regionali che rischiano di rimanere “incagliate” in una crisi di sistema senza vie di uscita.

“La variabilità regionale della ripartenza – viene spiegato – fa esplodere una dinamica già innescata dalla grande crisi del 2008, ma rimasta sotto traccia nella ripartenza del 2015-2018: la caratura ‘nazionale’ della coesione territoriale”. “La differenziazione territoriale dei processi di resistenza allo shock e di ripartenza nel post-Covid pone al governo nazionale il tema della riduzione dei divari regionali come via obbligata alla ricostruzione post-Covid”.

Secondo la Svimez, “creare le condizioni per restituire alle Regioni del Centro in difficoltà i tassi di crescita conosciuti in passato, liberare le regioni più fragili del Sud dal loro isolamento che le mette al riparo dalle turbolenze ma le esclude dalle ripartenze, ricompattare il Nord e il resto del Paese intorno alle sue tre regioni guida, sono tutte premesse indispensabili per far crescere, insieme, l’economia nazionale”. “Anziché affannarsi a sostenere la causa delle tante questioni territoriali (del Nord, del Centro, del Mezzogiorno) che si contendono il primato nel dibattito in corso sulle vie di uscita dalla pandemia”, per la Svimez “è tempo di compattare l’interesse nazionale sul tema che le risolverebbe tutte se solo l’obiettivo della crescita venisse perseguito congiuntamente a quello della riduzione dei nostri divari territoriali”.

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