Gualtieri ci dà una buona notizia: l'anno prossimo meno tasse
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Gualtieri ci dà una buona notizia: l'anno prossimo meno tasse

Il ministro dell'Economia, in un'audizione parlamentare sulla Nadef, spiega che il governo sta valutando anche l'ulteriore prolungamento della moratoria dei crediti per le Pmi.

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13 Ottobre 2020 - 09.39


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“Le tasse non aumenteranno l’anno prossimo ma diminuiranno”, parola del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri che, rispondendo alle domande nel corso dell’audizione sulla Nadef di fronte alle Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato, spiega che “la maggiore espansione di bilancio non significa aumento delle tasse ma del deficit”. Lo scrive sull‘Agi. Giorgia Ariosto: A regime per 12 mesi la riduzione sostanziale dell’Irpef, attraverso l’estensione annuale del taglio del cuneo, e la fiscalità di vantaggio per il Mezzogiorno, “sono due elementi aggiuntivi che determineranno la riduzione delle tasse l’anno prossimo”, sottolinea il titolare del Mef.

Il governo, inoltre, sta “valutando” l’ulteriore prolungamento della moratoria dei crediti per le Pmi che attualmente scade il 31 gennaio e “con la Commissione europea cosa del Temporary framework verrà prorogato il prossimo anno”.
La riforma fiscale che sarà ampia, ribadisce Gualtieri, sarà messa a terra in un triennio e “sarà introdotta con una legge delega che si legherà all’altra riforma che vogliamo adottare già dal 2021: la legge delega che riguarda l’assegno unico universale per i figli”. Il modulo principale della riforma fiscale, ovvero quello relativo alla riforma dell’Irpef, nelle intenzioni dell’esecutivo dovrebbe, invece, essere “operativo a partire dal primo gennaio 2022”.

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Parla anche di stime di crescita il ministro Gualtieri sottolineando che, “a fronte della caduta registrata nella prima parte dell’anno, si attende un notevole rimbalzo per il terzo trimestre e più contenuto per il quarto”. Inoltre, “la stima per il terzo trimestre è superiore a quella indicata nel Def di aprile”, e aggiunge che “la crescita del Pil per l’ultimo trimestre è prudentemente fissata allo 0,4%”. 
Il Pil tornerà al livello pre Covid “nel terzo trimestre 2022”. Si tratta, ribadisce ancora una volta, di “stime prudenti che non tengono conto dell’impatto delle riforme nè dell’impatto ulteriore di una riduzione del costo medio del debito”.
Ma la vera sfida che l’Italia deve affrontare perché queste stime possano essere confermate o ancor meglio sorpassate “consiste nel contenimento del virus”.

Le misure che il governo metterà in campo con la manovra determineranno un’espansione fiscale di 1,3 punti percentuali di Pil, circa 24 miliardi di euro, che porteranno l’obiettivo di deficit al 7%”. Questa espansione “si andrà riducendo nel 2022 per consentire una graduale riduzione del deficit”.

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Il ministro chiarisce che la richiesta di scostamento che il governo ha presentato “è coerente con la conferma da parte della commissione della general escape clause (la ‘clausola di salvaguardia generale’, ovvero la sospensione temporanea del Patto di Stabilità e di Crescita) anche per il 2021 che consente agli stati membri di perseguire politiche di sostegno mirate e temporanee preservando la sostenibilità di bilancio a medio termine”.

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