Il ministro Gualtieri ci crede: "Con i vaccini si intravede la luce in fondo al tunnel"
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Il ministro Gualtieri ci crede: "Con i vaccini si intravede la luce in fondo al tunnel"

Ma sindacati e Confindustria criticano la manovra: "Solo mancette, non parla di crescita". Per Bonomi "il problema italiano essenziale è il cuneo fiscale da record che grava sulle imprese"

Roberto Gualtieri
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17 Novembre 2020 - 14.26


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 Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri a UnoMattina cerca di dare coraggio: con le “promettenti” notizie sui vaccini “si intravede la luce alla fine del tunnel”.”Abbiamo consapevolezza – ha sottolineato – che questo periodo è difficile ma sappiamo che è ultimo e che finirà: dobbiamo traghettare e aiutare gli italiani in questo momento difficile e preparare interventi massicci per rilanciare l’economia”.

Per quanto riguarda la manovra, il titolare di via XX settembre spiega che il governo chiederà lo scostamento di bilancio per avere risorse aggiuntive per far fronte all’emergenza. Gualtieri ha spiegato che i tempi sulla manovra sono più stretti perché il governo è stato impegnato sui decreti Ristori. “Adesso – ha precisato – c’è il tempo nel passaggio parlamentare per affinare ulteriormente la manovra, per rafforzarla con le risorse ulteriori che verranno dallo scostamento e anche per occuparci di proseguire il lavoro di sostegno immediato ai settori che devono fare un sacrificio per aiutarci a contrastare il virus”. 

Il ministro non risparmia una stoccata ai sindacati. Sulla legge di Bilancio è stato “avviato un dialogo: ognuno fa il suo mestiere, i sindacati chiedono sempre di più, di più ,di più e il governo deve guardare a un equilibrio più generale. E’ fisiologico”, ha evidenziato. “Questa – ha spiegato riferendosi alla manovra approvata ieri dal Cdm e alle reazioni dei sindacati – è la proposta di bilancio che deve andare in Parlamento, proprio per essere emendata e migliorata; quindi, serviva un confronto col Parlamento e le parti sociali con le quali avevamo anche discusso prima e condiviso la scelta di prolungare il blocco dei licenziamenti e introdurre misure di politiche attive” che si aggiunge alle misure di decontribuzione.
“Noi proseguiremo – ha aggiunto – il dialogo ci deve essere, con l’opposizione in Parlamento e con le parti sociali, come sempre questo governo ha fatto e continuerà a fare”.

La segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan critica la manovra uscita ieri da palazzo Chigi. “Abbiamo anche noi rilevato come la manovra non parla di crescita, di progetto Paese”, ha spiegato sulla legge di Bilancio e le critiche avanzate dal presidente di Confindustria Carlo Bonomi. Secondo la leader Cisl, le parti sociali devono discutere con il governo su come utilizzare le tante risorse europee del Recovery; Furlan ha sottolineato in particolare che le risorse in manovra per l’aggiornamento dei lavoratori e le politiche attive sono del tutto insufficienti. “Abbiamo aperto un confronto sulle politiche attive – ha detto – spero che approdi a un risultato importante” perche’ bisogna evitare che ad aprile, quando terminera’ il blocco, arrivino i licenziamenti. 

“Il governo sbaglia, pensa solo all’emergenza. Non servono sussidi ma idee e investimenti. Basta vivere in attesa del Recovery Fund”, attacca il presidente di Confindustria Carlo Bonomi in un’intervista a Milano Finanza. “A fine anno avremo perso oltre 10 punti di Pil, che valgono 180 miliardi” cosicché i 200 miliardi del Next Generation che ci spettano “li avremo già bruciati”. E aggiunge: ora “dobbiamo focalizzarci su quello che serve al Paese” per davvero. Che fare, allora? La ricetta di Bonomi è che “il debito deve essere focalizzato alla crescita del Paese”, cioè “si tratta del debito buono” di cui ha parlato Draghi. Quindi Conte non dovrebbe far altro che “focalizzare la nova legge di Bilancio sulle imprese, sulla loro digitalizzazione”, perche’ l’industria sin qui “ha dimostrato resilienza e capacità di guidare la crescita” e ora serve solo “proseguire sul solco delle crescita digitale”.

Tanto più, lamenta il capo degli industriali, che “siamo a metà ottobre e non abbiamo ancora visto una bozza” e se si perde ancora tempo “la capacità delle imprese di investire viene meno”. La manovra diventa pertanto “un punto cardine” e “se mettiamo insieme Recovery Fund, piano settennale e scostamenti di legge di Bilancio, parliamo di almeno 400 miliardi a disposizione”, fa i conti Bonomi.

In un’altra intervista al Quotidiano Nazionale, Bonomi lamenta la politica dei sussidi, anche se il governo “ha finalmente capito che i sussidi non devono essere gestiti da enti pubblici che già stentano nei loro compiti ordinari” in quanto l’erogazione “avviene in fortissimo ritardo”. E in ogni caso le risorse stanziate “non sono sufficienti a evitare chiusure e fallimenti” mentre ciò che sarebbe servito avrebbero dovuto essere “abbuoni fiscali immediati e sostanziosi, non la proroga dei pagamenti di mese in mese”, mentre “le anticipazioni parlano solo di interventi sull’Irpef, per estendere i bonus ai lavoratori dipendenti”. Conclude Bonomi: “Ma il problema italiano essenziale è il cuneo fiscale da record che grava su noi imprese”. 

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