Buoni risultati per le aziende italiane: secondo Bloomberg rispettate parità di genere e la diversità
Top

Buoni risultati per le aziende italiane: secondo Bloomberg rispettate parità di genere e la diversità

I dati del nostro paese si collocano al quarto posto mondiale: su 380 aziende menzionate, ben 17 sono italiane

Bloomberg Gender-Index
Bloomberg Gender-Index
Preroll

globalist Modifica articolo

27 Gennaio 2021 - 17.57


ATF

Sono stati assegnate quest’anno importanti menzioni alle aziende italiane nella categoria della divulgazione sui dati di genere, sia per le misure adottate nell’ottica dell’inclusione e della valorizzazione della diversità, durante l’edizione 2021 del Bloomberg Gender-Equality Index, che misura le performance.

Buoni risultati dall’Italia dove su un totale di 380 aziende, ben 17 tra quelle menzionate sono del nostro paese.

Gli indici comprendono complessivamente aziende di 44 Paesi e Regioni di undici diversi settori, dal bancario all’automobilistico, passando per i servizi, l’ingegneria e le costruzioni, nonché  il commercio al dettaglio.

Diciassette dunque le società italiane insignite del riconoscimento, dato che colloca l’Italia nei primi quattro Paesi a livello mondiale.

In media, nelle 380 società ci sono 3 donne nei consigli di amministrazione (quota rosa al 29%) e sono soltanto 23 le compagnie che hanno una ceo o equivalente.

Tra le debuttanti si iscrive Mediobanca: “La creazione di un ambiente di lavoro inclusivo, in grado di favorire l’espressione del potenziale individuale, è per Mediobanca una leva strategica per il raggiungimento degli obiettivi organizzativi”, commenta Alexandra Young, Direttore Risorse Umane di Piazzetta Cuccia. Prima anche per Leonardo, con il massimo punteggio sulla comunicazione delle informazioni richieste: “Entrare nel Gender-Equality Index 2021 di Bloomberg rappresenta un importante riconoscimento dell’impegno dell’Azienda sul tema dell’inclusione di genere, elemento chiave per favorire collaborazione e produttività e stimolare percorsi innovativi”, sottolinea l’ad Alessandro Profumo.

Alla seconda iscrizione è invece Snam, tra i principali operatori di infrastrutture energetiche al mondo: quest’anno ha ottenuto un punteggio totale di 71,21%, migliorando il punteggio di 2,1 punti percentuali rispetto allo scorso anno.

Restando al settore, è al suo ingresso Iren la cui inclusione “riflette un elevato livello di trasparenza e performance complessive fondate sui cinque pilastri del framework. In particolare le politiche di diversity di Iren sono state indirizzate verso la non discriminazione in fase di selezione, la valorizzazione delle competenze e l’impulso alla managerialità al femminile”

Alla seconda nomina anche Poste Italiane: “La nostra presenza nel Gei per il secondo anno consecutivo dimostra che in Poste Italiane la tutela delle diversità e l’inclusione rappresentano un pilastro chiave della nostra cultura aziendale”,

Si torna all’energia per l’ingresso di Flack Renewables: “Un risultato importante ed è la dimostrazione del nostro impegno nella promozione della diversità di genere e dell’inclusione”.

Pure Enel porta a casa il riconoscimento per il secondo anno e altrettanto fa la controllata Endesa: “La conferma dimostra che il principio della diversità di genere, integrato nella nostra operatività quotidiana a livello globale, contribuisce a creare valore a lungo termine ed è quindi un driver fondamentale per il nostro modello di business sostenibile”, dichiara Guido Stratta, direttore People and Organization di Enel.

Anche Terna ha migliorato il Gei score dello scorso anno (è alla terza inclusione) e la performance registrata dal gestore della rete elettrica nazionale è superiore alla media

Nel mondo bancario, Unicredit si dice orgogliosa di essere stata inserita, per la seconda volta, nel Gei e Sara Gay, responsabile Diversity e Inclusion di gruppo, commenta: “Siamo orgogliosi di affermare che Unicredit sta compiendo progressi concreti nell’incrementare la rappresentanza femminile sia nel senior management che a livello dirigenziale”.

Veterana è Intesa Sanpaolo, alla quarta nomina, con un punteggio di 82,1% “ampiamente al di sopra della media del settore finanziario globale – pari a 68,2% .

Per la Ca’ de Sass la conferma “si aggiunge all’inserimento annunciato pochi giorni fa, per il quinto anno consecutivo, tra le 100 società quotate più sostenibili al mondo – terza banca in Europa – secondo la classifica di Corporate Knights, la rivista canadese specializzata in sostenibilità, su oltre 8.000 imprese analizzate in ambito ambientale, sociale e di governance”.

Native

Articoli correlati