Una bella notizia che dimostra l’importanza di una legislazione che tuteli i diritti dei lavoratori e quanto siano pericolose quelle derive filo-liberiste che sono all’origine delle principali ingiustizie sociali e della precarietà del lavoro.
Il Tribunale del Lavoro di Firenze ha revocato l’apertura dei licenziamenti collettivi per lo stabilimento Gkn di Campi Bisenzio. I giudici hanno accolto il ricorso dei sindacati, che avevano impugnato il procedimento avviato verso i 422 dipendenti licenziati dal gruppo. “E’ stato violato l’articolo 28 dello Statuto dei Lavoratori”, mettendo in atto comportamenti anti-sindacali. I lavoratori erano stati informati di aver perso il posto via mail.
“Il Tribunale – si legge in un passaggio della provvedimento con cui sono stati revocati i licenziamenti collettivi – in parziale accoglimento del ricorso, accertata l’antisindacalità delle condotte” di Gkn nel licenziare 422 dipendenti via email. Il Tribunale, dunque, a Gkn di “revocare la lettera di apertura della procedura ex L.233/91” e di “porre in essere le procedure di consultazione e confronto dell’articolo 9 parte prima CCNL e dell’accordo aziendale del 9 luglio 2020 indicato in motivazione”.
Prima dei licenziamenti nessuna comunicazione ai sindacati – “Pur non essendo in discussione la discrezionalità dell’imprenditore rispetto alla decisione di cessare l’attività di impresa (espressione della libertà garantita dall’art. 41 Cost.), nondimeno la scelta imprenditoriale deve essere attuata con modalità rispettose dei principi di buona fede e correttezza contrattuale, nonché del ruolo e delle prerogative del sindacato”. Lo scrive il giudice del Lavoro di Firenze, Anita Maria Brigida Davia, nel decreto di revoca dei licenziamenti.
“Gkn nel decidere l’immediata cessazione della produzione – si legge nel decreto – ha contestualmente deciso di rifiutare la prestazione lavorativa dei 422 dipendenti (il cui rapporto di lavoro prosegue per legge fino alla chiusura della procedura di licenziamento collettivo), senza addurre una specifica ragione che imponesse o comunque rendesse opportuno il suddetto rifiuto, il che sicuramente contrario a buona fede e rende plausibile la volontà di limitare l’attività del sindacato”. “
Quanto al rispetto del ruolo del sindacato stesso – chiarisce il giudice – appare significativa la chiusura di 24 ore per ‘par collettivo’, concordata con motivazione rivelatasi successivamente pretestuosa e artatamente programmata per il giorno successivo a quello fissato per decidere la cessazione di attività, in modo da poter comunicare la suddetta cessazione ai lavoratori e al sindacato con lo stabilimento già chiuso”.
La Gkn ferma i licenziamenti ma si riserva di impugnare la sentenza – A seguito della sentenza la Gkn ha subito fermato la procedura dei licenziamenti. In una lettera ufficiale inviata ai ministeri di Lavoro e Sviluppo Economico, l’ad di Gkn Driveline scrive: “In considerazione della condanna da parte del tribunale di Firenze revochiamo la procedura di licenziamento (senza che ciò possa considerarsi acquiescenza e con ogni più ampia riserva di impugnazione)”. Nelle prossime ore azienda e sindacati sono convocati al ministero dello Sviluppo Economico a Roma.
Il collettivo di fabbrica: “Non osate far partire lettere licenziamento”
“Non osate far partire quelle lettere. Melrose non ha più nessuna credibilità. Decida lo Stato italiano se vuole associarsi a questa clamorosa perdita di credibilità”. Così il collettivo di fabbrica della Gkn, secondo cui il governo deve decretare “d’urgenza la sospensione delle procedure di licenziamento in corso (della 223) per noi e per le altre vertenze. “Se il governo non propone un dl anti-delocalizzazioni – aggiunge il collettivo – chiediamo di farlo salire dal Parlamento. Il pool di giuslavoristi che ha risposto al nostro appello ha preparato un testo che rispecchia gli 8 punti approvati dall’assemblea operaia”. Il testo della petizione su Change.org.