Sono quasi 2 milioni i poveri che la Caritas ha supportato nel corso del 2020 in Italia, con una media di 286 per ciascuno di 6.780 servizi gestiti dal circuito delle Caritas diocesane e parrocchiali. Al primo posto tra le regioni con il tasso più alto di poveri c’è la Valle d’Aosta con il 61,1%, seguita dalla Campania (57,0%), dal Lazio (52,9%), dalla Sardegna (51,5%) e dal Trentino Alto Adige (50,8%).
E’ ciò che emerge nel rapporto povertà di Caritas. Quasi la metà, il 44%, vengono chiamati i cosiddetti “nuovi poveri”, ovvero coloro che si rivolgono alla Caritas per la prima volta, soprattutto a causa della crisi dovuta dalla pandemia. Di questi, il 30% continua a non farcela ed è tornato a chiedere aiuto anche nel 2021.
Il 64,9% degli assistiti dichiara di avere figli, tra loro quasi un terzo vive con figli minori. Per i giovani adulti di età compresa tra i 18 e i 34 anni le nuove povertà pesano per il 57,7%.
Per quanto riguarda, invece, i primi otto mesi del 2021 (gennaio-agosto), emerge una crescita del 7,6% di assistiti rispetto all’anno precedente, mentre calano i nuovi poveri del 37%, tornando così al livello degli anni pre-Covid. Sale a quasi il 30% la quota di chi vive in forme di povertà croniche, e che chiede aiuto alla Caritas ormai da cinque o più anni, mentre ruotano attorno al 20% i poveri “intermittenti”, ovvero coloro che si trovano appena al di sopra della soglia di povertà.
Una persona su cinque (19,9%) di quelle accompagnate nel 2020 dalla Caritas dichiara di percepire il Reddito di Cittadinanza. Nelle regioni del Mezzogiorno – si legge nel dossier “Oltre l’ostacolo”, il Rapporto 2021 su povertà ed esclusione sociale – l’incidenza di chi percepisce la misura è molto più elevata (pari al 48,3%), rispetto alle regioni del Nord (23,4%) e del Centro (8,5%).
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