Il debito pubblico ha subito una riduzione, tuttavia l’Italia resta il secondo paese più indebitato d’Europa, dopo la Grecia. È quanto emerge dai dati Eurostat.
Dopo aver toccato la soglia psicologica del 100% del Pil nel primo trimestre dell’anno, il rapporto tra debito pubblico e Pil dell’Eurozona, nel periodo aprile-giugno, è sceso attestandosi sul 98,3%. Nello stesso periodo in Italia il debito è passato dal 160% al 156,3% mentre nell’insieme Ue si è passati dal 92,4 al 90,9%. Sia per l’Eurozona che per l’Ue, sottolinea Eurostat, la riduzione del rapporto debito-Pil è da imputare alla ripresa della crescita registrata nel secondo trimestre poiché il debito, in termini assoluti, ha continuato a crescere per compensare gli effetti della crisi del Covid.
I rapporti più elevati tra debito pubblico e Pil alla fine del secondo trimestre del 2021 sono stati registrati in Grecia (207,2%), Italia (156,3%), Portogallo (135,4%), Spagna (122,8%), Francia (114,6%), Belgio (113,7%) e Cipro (112,0%), e il più basso in Estonia (19,6%), Bulgaria (24,7%) e Lussemburgo (26,2%).
Rispetto al primo trimestre del 2021, due Stati membri hanno registrato un aumento del rapporto debito/Pil alla fine del secondo trimestre del 2021, ventitré una diminuzione, mentre il rapporto è rimasto stabile in Bulgaria ed Estonia. Aumenti del rapporto sono stati osservati a Malta (+2,0 punti percentuali – pp) e Slovacchia (+1,3 pp), mentre le maggiori diminuzioni sono state registrate a Cipro (-9,4 pp), Slovenia (-5,0 pp), Croazia (-4,0 pp ), Portogallo (-3,7 pp), Ungheria e Francia (entrambi -3,4 pp), Italia (-3,3 pp) e Belgio (-3,2 pp).
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