“Ieri sono state trovare misure ulteriori, altre si troveranno, il ministro Cingolani è all’opera su questo, ma un conto è tamponare il prossimo trimestre, ma se questo surriscaldamento dei prezzi proseguirà nel 2022, diventerà un problema molto serio e rischia di sconvolgere completamente l’equilibrio economico di tanti settori”, ha detto il ministro per lo Sviluppo economico, Giorgetti.
Parole che erano arrivate anche dalla Cna. I rincari delle bollette energetiche
sono insostenibili e l’intervento del Governo è opportuno ma insufficiente, aveva affermato il presidente degli artigiani, Daniele Vaccarino nella relazione all’assemblea annuale precisando che “per non spegnere le pmi italiane che pagano il prezzo dell’energia più alto in Europa (35% in più della media) è urgente una riforma strutturale della bolletta elettrica”. Inoltre “per non bloccare l’autotrasporto non è rinviabile una riduzione delle accise sul carburante”.
Sulla Stampa Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, afferma che i 3,8 miliardi di euro individuati dal Governo per calmierare le bollette di luce e gas cambiano poco o niente. “Ci saranno dei rincari un po’ meno forti, ma sempre insostenibili per migliaia di famiglie e di imprese italiane” afferma l’esperto, “se le cose venissero lasciate andare senza interventi della politica, il 1 gennaio le tariffe italiane del metano aumenterebbero del 50 per cento e quelle dell’elettricità del 25 per cento. Invece con il sussidio di 3,8 miliardi di euro le bollette del metano a gennaio rincareranno del 35 per cento e quelle dell’elettricità del 15 per cento, rispetto al livello già altissimo raggiunto negli ultimi mesi di esplosione dei prezzi dell’energia. Rincari del 35 e del 15 per cento sono insostenibili per il sistema economico”. Quindi l’intervento pubblico è insufficiente, “la situazione è talmente grave che si deve intervenire in tutt’altra maniera, ma è inutile parlarne, non si farà. Bisognerebbe tornare alle tariffe amministrate, cioè stabilite dalla mano pubblica”.