Caro benzina: bonus di 200 euro acquistabili dalle imprese, e taglio delle accise
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Caro benzina: bonus di 200 euro acquistabili dalle imprese, e taglio delle accise

Il governo ha varato due misure: il bonus benzina di 200 euro non potrà essere richiesto in base all'Isee, ma sarà acquistato a discrezione dalle aziende per i dipendenti. Taglio delle accise di 25 centesimi al litro

Caro benzina: bonus di 200 euro acquistabili dalle imprese, e taglio delle accise
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22 Marzo 2022 - 15.43


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Il bonus carburante è in arrivo, con il decreto che è ufficialmente pubblicato al 21 marzo 2022. Come funzionerà, almeno nel breve periodo, quanto stabilito dal Governo? I fronti sono sostanzialmente due: taglio delle accise da una parte e bonus di 200 euro dall’altra, anche se non è come ce lo si aspettava.

In sostanza, il Governo ha deciso di intervenire, ma lo ha fatto in maniera diversa rispetto a quanto ci si aspettava. Sappiamo che tra le motivazioni c’è sicuramente la guerra in corso in Ucraina, evento a cui eravamo e siamo totalmente impreparati e che avrà conseguenze per molto tempo.

Anche le sanzioni inflitte alla Russia, infatti, hanno ed avranno un effetto importante sulla nostra economia, senza considerare la crescente incertezza che, si sa, è nemica del mercato in generale. Incertezza che non può che crescere anche per quanto riguarda le materie prime, il costo dell’energia e appunto l’inflazione a livello generale, un altro vecchio nemico dell’economia che ora più che mai spaventa l’Europa ed il mondo.

Il Governo ha ora approvato un intervento concreto, ma nei fatti ci sono ancora tanti aspetti di cui discutere e praticamente nessuna delle parti coinvolte sembra soddisfatta fino in fondo di questa soluzione. I cittadini, però, possono almeno per ora beneficiarne, in attesa di vedere i prossimi passi. Prima ancora di capire cosa sta accadendo sul fronte bonus carburante dal punto di vista pratico, facciamo un piccolo punto della situazione. Il prezzo di alcune materie prime, tra cui anche il petrolio, stava aumentando anche qualche settimana fa, quando la guerra non era ancora iniziata.

Da quando però nell’ultima settimana di febbraio Putin ha deciso di invadere l’Ucraina, la situazione è cambiata. La Russia è infatti un importantissimo esportatore di materie prime tra cui gas e petrolio, motivo per cui diversi stati si sono ritrovati in difficoltà, tra cui anche noi, anche l’Italia.

Perché ciò accade? Per la solita vecchia legge della domanda e dell’offerta: se la domanda resta uguale ma l’offerta diminuisce (a causa dell’impossibilità di comprare materie prime russe), il prezzo non può che aumentare e questa è la peggior notizia possibile per i consumatori, per i cittadini. Beni e servizi che aumentano di prezzo mantenendo le stesse identiche caratteristiche, ma soprattutto costituendo uno dei più importanti servizi di cui i cittadini hanno bisogno: la mobilità con la propria automobile, così come potremmo dire lo stesso per il riscaldamento della casa o la luce. Tra l’altro, a subire un danno ancor più consistente sono le aziende che con questi beni e servizi ci lavorano e che le utilizzano come materie prime. Ecco allora come il Governo vuole arginare il problema, almeno temporaneamente.

Il bonus carburante di cui si è parlato negli ultimi giorni non è diventato realtà. Non esiste infatti un bonus che si può richiedere sulla base di uno stato di necessità economica (come attestato dalla Dichiarazione ISEE per tanti altri bonus) e che ammonta ad un certo importo. Esiste però una novità effettiva praticamente da subito, dato che sarà questione di pochi giorni. Si tratta di un bonus carburante per le imprese, che potranno acquistare buoni benzina con una nuova agevolazione: saranno completamente esentasse.

Cioè, per chi fosse meno pratico, l’azienda acquisterà dei buoni benzina dal valore massimo di 200 euro per dipendente a sua discrezione, semplicemente senza dover sostenere il pagamento di tasse su di essi. Ogni dipendente di azienda privata potrà quindi sperare di ricevere tale aiuto dalla propria imprese, anche se si tratta di una scelta libera dell’impresa stessa. Quante aziende sceglieranno questa via? Difficile dirlo, ma per i cittadini c’è parecchia amarezza rispetto a quelle che erano le premesse.

L’altra buona notizia in arrivo è relativa al taglio delle accise. In sostanza, il Governo ha deciso di tagliare le accise di 25 centesimi sui carburanti, quindi benzina e diesel, per un mese a partire da quando il decreto entra in vigore, vale a dire in teoria il 22 marzo.

Una notizia importante, con una scelta da parte del Governo piuttosto inattesa. Ci si aspettava un bonus carburante, ad un certo punto, mentre il taglio delle accise sembrava troppo macchinoso e burocraticamente complesso per poter essere una soluzione velocemente implementabile. Alla fine invece questa scelta è arrivata ed è sicuramente molto più gradita ai cittadini, i quali potranno risparmiare ben 1 euro ogni quattro litri. Non è un taglio indifferente, anzi, anche perché nelo corso della scorsa settimana si era parlato di un taglio di 15 centesimi circa, che invece è poi lievitato a 25.

Il vero motivo per cui questa strada che fino a pochi giorni fa sembrava impraticabile è divenuta invece percorribile è legata alla motivazione economica: chi finanzia questo taglio delle accise? Si sospettava che sarebbe stato tramutato in debito, come spesso accade in queste occasioni, ma invece non è così. A finanziare la misura sarebbe il prelievo del 10% sugli extra profitti delle società energetiche, profitti arrivati in questi mesi in cui come detto il costo delle materie prime è lievitato in maniera molto consistente. Come si può immaginare, però, anche in questo caso ci sono stati degli scontenti.

Le società che si occupano di stoccaggio e distribuzione dei carburanti sarebbero infatti fortemente danneggiate dalla misura ed addirittura si ritroverebbero a vendere in perdita (almeno temporaneamente), in quanto i carburanti sono stati acquistati quando erano ancora attive le vecchie accise. Ci sarebbe così una “fase di mezzo” in cui la situazione sarebbe piuttosto confusa e ciò arrecherebbe loro un danno non indifferente.

Oltre alle lamentele di Confindustria e delle associazioni di categoria, comunque lecite, c’è da considerare anche quanto detto da diversi osservatori ed analisti, che non hanno potuto fare a meno di notare che si tratta di una misura temporanea, una vera e propria pezza che serve solo per prendere tempo.

La vera soluzione, come dichiarato dallo stesso Draghi, è certamente nel cambiare le metodologie e le fonti di approvvigionamento di tutte le materie prime, andando verso una soluzione più sostenibile nel medio e nel lungo periodo. Al momento quindi questa è solo una pezza, come detto in precedenza.

In particolare, questi 4,4 miliardi necessari per mettere in atto il taglio delle accise di 25 centesimi al litro non è altro che il modo per guadagnare un mese e, nel frattempo, lavorare su una soluzione duratura e stabile. Molto difficile, ma non impossibile. E, se si raggiungesse questo obiettivo, la situazione sarebbe migliore per tutti ed anche questo taglio temporaneo assumerebbe un senso.

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