Il viceministro degli Esteri russo, Andrei Rudenko, propone uno scambio, utilizzando il grano per fare pressione. Mosca è disposta a consentire l’uscita di mercantili carichi di generi alimentari dall’Ucraina, a patto di una parziale revoca delle sanzioni. “Abbiamo ripetutamente affermato su questo punto che una soluzione al problema alimentare richiede un approccio completo, ivi compresa la revoca delle sanzioni che sono state imposte sulle esportazioni e le transazioni finanziarie russe”.
“E richiede altresì lo sminamento da parte ucraina di tutti i porti dove siano ancorate navi. La Russia è pronta ad assicurare il passaggio umanitario, cosa che fa ogni giorno”, ha aggiunto. Secondo quanto confermano dei documenti dell’intelligence Usa, ottenuti da Washington Post e Cnn, la Marina russa ora controlla in modo effettivo l’intero traffico nel settore nord del Mar Nero, effettuando il blocco navale che ha fermato le esportazioni dai porti ucraini, con quello che i leader mondiali definiscono un deliberato attacco alla distribuzione alimentare mondiale. I documenti analizzano le firme termiche emesse dalle navi russe per rivelare dense aree di attività navali lungo la costa ucraina e della Crimea, occupata ed annessa nel 2014.
Il blocco navale, scattato dopo l’inizio dell’invasione il 24 febbraio scorso, sta “intrappolando le esportazioni agricole ucraine e mettendo a rischio le forniture alimentari globali”, ricordano le fonti dell’intelligence Usa. “L’impatto delle azioni della Russia non può essere compreso se non si considera quanto le esportazioni marittime dell’Ucraina siano vitali per la sicurezza alimentare mondiale – proseguono – l’Ucraina garantisce il 10% dell’esportazione mondiale di grano, e la grande maggioranza di queste esportazioni, circa il 95% nel 2020, transita nel Mar Nero”.