Le imprese che operano nel settore della sicurezza privata sono oltre 1.500, e impiegano oltre 90.000 addetti, registrando un fatturato complessivo di circa 3,4 miliardi di euro.
La Filcams Cgil non ritiene che sia tempo di ridefinire un nuovo quadro giuridico che riformi il settore, quali sono gli ostacoli maggiori da superare?
In effetti il Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, anche tenuto conto dei continui aggiornamenti inseriti, inizia ad essere anacronistico, ed anche il Decreto Maroni ha lacune che andrebbero aggiornate e riviste; l’ostacolo maggiore penso che sia il mancato supporto istituzionale di controllo. In tutti gli incontri, sia nazionali che territoriali, abbiamo rappresentato agli interlocutori, politici ed istituzionali le criticità del settore, partendo dalla moltitudine di contratti gialli firmati da Organizzazioni scarsamente rappresentative, arrivando alla continua deroga da parte di azienda capofila del settore del CCNL, del CIT e delle normative vigenti.
Le lavoratrici ed i lavoratori del settore sono stanchi di assistere a gare aggiudicate al massimo ribasso o di vedersi applicati contratti o accordi che non tengono conto dell’opera che svolgono; questo atteggiamento continua solo a far aumentare il dumping salariale, quando invece servirebbe solo un equilibrio virtuoso tra costo del lavoro e benefici per gli operatori del comparto sicurezza.
Analogo discorso può essere fatto per il CCNL di categoria scaduto dal 2015, come spiegare un così lungo periodo di stagnazione?
In merito al mancato rinnovo del CCNL, la stagnazione è facilmente spiegabile: le azioni dilatorie portate avanti in maniera scientifica dalle associazioni datoriali maggiormente rappresentative hanno generato lo stallo con cui stiamo combattendo da sette anni. Il tavolo per il rinnovo ha visto diversi scossoni e rotture della trattativa, ma dopo aver riconosciuto alla filiera del comparto il merito di essere stato uno dei settori maggiormente esposti e la fondamentale opera svolta durante il periodo pandemico, sembrava che la strada intrapresa per il rinnovo potesse portare ad
una soluzione condivisa. Si erano gettate basi solide su cui trattare, come il riconoscimento della classificazione unica ed un primo accordo sulla sfera di applicazione firmato da tutte le parti interessate. A metà marzo 2022 sembrava che il rinnovo non fosse poi così distante, ma l’inserimento nella trattativa della nuova associazione datoriale Ani-Sicurezza e quanto comunicato all’incontro del 18, ha portato alla rottura e alla mobilitazione generale nazionale culminata con la giornata di sciopero del 2 maggio, che ha visto migliaia di lavoratrici e lavoratori del settore incrociare le braccia e manifestare nel centro di Roma.
Adesso siamo in attesa di risposte da parte del Governo, nella persona del Ministro Orlando, visto
l’impegno assunto a ripristinare il tavolo davanti ai Segretari Nazionali di categoria.
Ma la lotta continua, tenuto conto dello sciopero nazionale che a breve ci sarà nei presidi aeroportuali e le successive azioni, anche territoriali, che stiamo programmando con le altre sigle confederali.
La vigilanza privata è un settore in continua evoluzione, la Guardia Giurata è un incaricato di pubblico servizio, che tipo di formazione professionale dovrebbe avere un addetto, quanto investono le aziende in formazione?
La formazione, in questo delicato settore, è fondamentale, soprattutto in termini di salute e sicurezza. Anche se dovutamente regolamentata dal Contratto Collettivo Nazionale e dalle normative vigenti, vediamo, in modo ricorrente, che la formazione per le aziende è un peso, non solo economico: viene effettuata con superficialità e, nella maggior parte dei casi, in modo sbrigativo, affinché “non distolga” gli operatori dai propri servizi. La pandemia ci ha insegnato che, soprattutto quando si parla di salute e sicurezza, l’opera svolta da una lavoratrice o un lavoratore formato possa, anche in casi straordinari come quello che stiamo vivendo, salvaguardare se stessi e gli altri, non dimenticando che nella quasi totalità dei servizi, gli operatori di sicurezza sono il primo interlocutore di servizi pubblici e sanitari.
I servizi fiduciari, settore in forte espansione, sono stati inseriti nel CCNL di categoria, ciò pone un problema, come evitare sovrapposizioni e scongiurare conflitti di competenza con la Guardia Giurata?
Nell’ultimo rinnovo del CCNL, nel lontano 2013, gli operatori fiduciari erano un settore che ancora non conosceva l’esplosione avvenuta solo successivamente; nella maggior parte dei casi gli veniva applicato o il CCNL Multiservizi o quello dei Proprietari di Fabbricati. Per rispondere alla vostra domanda, in merito alle sovrapposizioni ed ai conflitti di competenza con le Guardie Giurate penso che, in primis il pedissequo rispetto del decreto Maroni, pur consapevoli delle lacune e delle criticità presenti, oltre alla stesura di declaratorie ben specifiche ed articolate nel prossimo CCNL che regolamentino le logiche che oggi, soprattutto alcune grandi aziende, si stanno attuando.