Le spese fisse per le famiglie italiane, sono schizzate alle stelle nell’ultimo periodo. Il caroprezzi legato all’energia, infatti, ha portato a un sostanziale aumento dei costi obbligati.
Su un totale consumi all’anno di oltre 19mila euro pro capite, per le spese obbligate se ne vanno 8.154 euro (+152 euro rispetto al 2021). La quota principale è rappresentata dalla voce abitazione (4.713 euro) ma il contributo maggiore all’incremento viene da energia, gas e carburanti (il settore complessivamente raggiunge quota 1.854 euro) che, nella media del 2022, incide sul totale consumi per il 9,7%, valore mai registrato prima. Lo rende noto l’Ufficio Studi di Confcommercio.
Questi forti rincari sul fronte energia avranno l’effetto di comprimere la spesa su molte aree “voluttuarie”, con il rischio di deteriorare il clima di fiducia attuale e in prospettiva.
Il desiderio di tornare alla normalità, spiegano a Confcommercio, sta sostenendo, in questa prima parte dell’anno, i consumi delle famiglie con alcuni comparti in forte recupero, come il turismo e l’area della convivialità e del tempo libero, ma ci sono settori che ancora stentano, come l’automotive e l’abbigliamento.
Un quadro che rischia un forte rallentamento, soprattutto dopo l’estate, a causa dell’impatto sul potere di acquisto delle famiglie dell’inflazione (stimata intorno al 7% nel 2022), degli aumenti dell’energia e delle spese obbligate. Queste ultime infatti raggiungono nel 2022 la quota record del 42,9% sul totale dei consumi, il valore più alto di sempre, con un incremento dell’incidenza di 6,3 punti dal 1995 a oggi.
L’aggiornamento al 2022 della scomposizione dei consumi delle famiglie tra spese obbligate e spese commercializzabili, pur continuando a essere influenzato da quanto accaduto dalla primavera del 2020, risente in misura significativa della ripresa dell’inflazione che colpisce in modo profondamente eterogeneo le varie categorie di spesa.
Le spese obbligate ovviamente, attraverso la dimensione dei prezzi dell’energia, sono le più colpite. Raggiungono quasi il 43% sul totale dei consumi, affitti inclusi. Rispetto a una quota strutturale del 39-40%, lo scarto attualmente registrato è abnorme. Questa differenza può essere attribuita per la metà, circa 1,5 punti percentuali, a elettricità, luce e gas la cui incidenza è salita al 9,7%.
Tra le spese obbligate un ruolo preponderante è svolto da quelle sull’abitazione a cui vengono destinati, tra affitti, manutenzione, energia, acqua, smaltimento rifiuti, oltre 4.713 euro a persona. In valore, questo rappresenta quasi un quarto delle spese complessivamente destinate ai consumi. Nel 1995 a questa funzione veniva destinato il 18% dei consumi a valore.
Quanto alle spese obbligate legate alla mobilità (assicurazioni, carburanti, manutenzione), dopo la decisa riduzione del 2020, nel 2022 si stima il ritorno ai livelli pre pandemici (1.899 euro per abitante ai prezzi del 2022). Sui capitoli abitazione e mobilità un ruolo preponderante nelle dinamiche a valore dell’ultimo periodo è stato svolto dagli energetici, regolamentati e non. Considerando solo energia e carburanti, vediamo che a fronte di un limitato aumento del dato a prezzi costanti (36 euro), rappresentativo della quantità, l’incidenza è salita in un solo anno di due punti percentuali arrivando al 9,7%, valore mai raggiunto finora. Più modesti i movimenti dell’area spese salute e le altre spese obbligate.