No a scelte che favoriscono i ricchi e, soprattutto, sono la premessa per lo smantellamento dello stato sociale.
“Non si risolve il problema mettendo la flat tax”. Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, giudica insufficiente il dl Aiuti-bis appena varato dal governo e annuncia in una intervista a Avvenire un autunno di mobilitazione “chiunque sarà al governo”.
A proposito della campagna elettorale in corso, “finora ci sono elementi che ci differenziano a partire dal valore della Costituzione che non va cambiata ma applicata”, afferma Landini.
“Ci siamo mobilitati quando la volevano cambiare sia Berlusconi che Renzi e questo rimarrà un punto fondamentale di valutazione.
E poi ci sono elementi di merito. Ad esempio sul fisco non si risolve il problema mettendo la flat tax, un`aliquota uguale per tutti che favorisce i redditi alti. Serve invece una profonda riforma fiscale, il sistema oggi è profondamente iniquo, l`85-90% dell`Irpef grava su stipendi e sulle pensioni mentre abbiano 120 miliardi di evasione. Poi pensiamo che vada cambiata la legge Bossi-Fini e che il problema non sia solo quello dell`accoglienza ma anche di come si programmano flussi di immigrazione in un Paese che nei prossimi 20 anni avrà un calo di milioni di persone. Infine crediamo che il problema non sia fare alcune grandi opere, come ad esempio il Ponte sullo Stretto, ma di assumere la scelta della sostenibilità ambientale e delle energie rinnovabili come elemento di ridisegno del sistema economico e sociale”.
“Più di metà di questo Paese non arriva a fine mese. I dati segnalano un calo dei consumi, anche alimentari. E le imprese indicano che dal mese di luglio si sta assistendo a una calo degli ordini. La preoccupazione di un autunno molto complicato c`è tutta, con il rischio di un ulteriore aumento dell`inflazione”, afferma il segretario generale della Cgil.
Dei 17 miliardi del dl aiuti, “ai redditi da lavoro e alle pensioni ne vanno 2,7”, afferma Landini. “Fondi che non bastano a gestire una fase così drammatica di calo del potere d`acquisto.
Gli strumenti sono condivisibili perché per la prima volta non si è ragionato di una tantum ma si è cominciato a ridurre il carico contributivo sui salari. Ma le misure sono assolutamente insufficienti. E non si è fatto nessun ulteriore intervento sugli extraprofitti. Per questo chiediamo ai partiti e al Parlamento che nella conversione del decreto alzino la tassazione oltre il 25%. In una situazione straordinaria come l`attuale se non si vuole assistere a una esplosione sociale senza precedenti c`è bisogno di mettere in tasca ai lavoratori e pensionati le risorse per poter vivere. E questo intervento si può fare senza scassare i conti perché si tratta appunto di extraprofitti, alimentati anche da fenomeni speculativi sui prezzi e a pagarne le conseguenze sono le persone e le imprese”.
“A settembre faremo una assemblea nazionale dei delegati e delle delegate per dire, prima delle elezioni, le nostre proposte per il Paese”, afferma Landini. “E l`8 e 9 ottobre, a un anno dall`assalto di forze fasciste alla nostra sede, organizzeremo un incontro con i sindacati confederali italiani e quelli europei per costruire una nuova rete del lavoro fondata sulla democrazia.
Qualunque governo ci sarà ci mobiliteremo per priorità molto precise. Difesa del potere d’acquisto, riforma del fisco e delle pensioni, lotta alla precarietà, sicurezza sul lavoro, difesa della sanità pubblica, diritto all’istruzione e alla formazione, una nuova politica industriale. E resterà centrale l’impegno per fermare la guerra”.