“L’agricoltura biologica permette di fissare importanti quantità di carbonio nel terreno e contribuisce a frenare il riscaldamento climatico”: è questo, in sintesi, il risultato del lavoro di un gruppo di ricercatori internazionali diretto da Andreas Gattiker del FIBL –l’ Istituto svizzero di ricerca per l’agricoltura biologica, con sede a Frick.
Lo studio ha esaminato i risultati di 74 studi internazionali che hanno paragonato gli effetti sul terreno delle coltivazioni biologiche e quelle tradizionali.
Nei vari studi è stata misurata la quantità di carbonio presente nell’humus, ossia lo strato superiore del terreno e ne è risultato che nei terreni coltivati con i metodi ‘biologici’ sono stati misurate, per ogni ettaro, 3,5 tonnellate in più di depositi di carbonio rispetto ai terreni in cui si è fatto ricorso a concimi artificiali.
“I risultati del lavoro dei ricercatori internazionali e del FIBL mettono in evidenza come l’agricoltura biologica sia l’unica vera alternativa per produrre cibo e tutelare l’ambiente – sottolinea Paolo Carnemolla, Presidente di FederBio – Il metodo di coltivazione biologico, oltre a tutelare la biodiversità, il paesaggio e le acque, contribuisce a frenare il riscaldamento climatico. Lo studio infatti ha dimostrato che i terreni coltivati con metodi ‘bio’ riescono ad immagazzinare fino a 450 chilogrammi in più di carbonio proveniente dall’atmosfera, più precisamente proveniente dal CO2 presente nell’aria.
Ecco che se tutte le superfici agricole fossero coltivate con metodi biologici, le emissioni di CO2 causate dall’agricoltura sarebbero ridotte notevolmente. Ciò dimostra che l’agricoltura biologica è l’unica via praticabile per tutelare l’uomo e garantire benessere e l’ambiente nel lungo periodo”. “La Federazione, che partecipa al Tavolo italiano su Agricoltura Biologica e Cambiamenti Climatici, è attiva in questo senso – conclude Carnemolla – avendo già realizzato, in collaborazione con Banca Etica e Coop Italia uno studio riguardante la carbon footprint in agricoltura biologica, che ha fornito risultati molto interessanti e in linea con gli esiti della ricerca del FIBL”.