Il panico ecologico e il genocidio prossimo venturo
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Il panico ecologico e il genocidio prossimo venturo

Il panico ecologico che pervade il mondo rischia di far rinascere l’idea hitleriana dello “spazio vitale” con la conquista di territori per sopravvivere.

Il panico ecologico e il genocidio prossimo venturo
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24 Settembre 2015 - 08.41


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Prima di sparare il colpo, il comandante dell’ “Einsatzgruppe” sollevò il bambino ebreo in aria e disse: “. Devi morire in modo che noi possiamo vivere” : come per molti altri omicidi, i tedeschi avevano razionalizzato l’assassinio di bambini ebrei nello stesso modo: o loro o noi.

Oggi pensiamo alla “Soluzione finale” nazista come ad uno scuro apice raggiunto dalla tecnologia, ma nei fatti non si rattava che dell’uccisione di esseri umani a distanza ravvicinata durante una guerra per le risorse. La guerra che ha sottomise gli ebrei al controllo tedesco fu combattuta perché Hitler credeva che la Germania avesse bisogno di più terra e cibo per sopravvivere e mantenere il suo tenore di vita , e che gli ebrei, e le loro idee, costituissero una minaccia per il suo violento programma espansionista.

Oggi L’Olocausto può sembrare un orrore lontano le cui lezioni sono già state apprese, ma purtroppo invece le ansie della nostra epoca potrebbero nuovamente dar vita a capri espiatori e nemici immaginari, mentre lo stress ambientale contemporanei potrebbe incoraggiare nuove variazioni sulle idee di Hitler, soprattutto nei Paesi che si sentonoin ansia per nutrire le loro popolazioni in crescita o imantenere un certo tenore di vita.

La premessa alla smania di dominazione da parte tedesca era la negazione della scienza, l’idea di Hitler alternativa alla scienza era quella del “Lebensraum” (lo spazio vitale). La Germania aveva bisogno di un impero europeo orientale, perché solo la conquista, e non la tecnologia agricola, le avrebbe offerto la speranza di nutrire il popolo tedesco. Nel suo “Secondo libro”, scritto nel 1928 e non pubblicato dopo la sua morte, Hitler insisteva sul fatto che la fame avrebbe finito per superare i miglioramenti delle colture e “tutti i metodi scientifici di gestione del territorio” erano falliti. “Nessun miglioramento concepibile può permettere di tedeschi di alimentarsi con la propria terra – aveva scritto, negando che irrigazione, ibridi e fertilizzanti potressero cambiare i rapporti tra l’uomo e la terra.

La ricerca della pace e dell’ abbondanza attraverso la scienza, affermò poi in “Mein Kampf,” è stato solo un complotto ebraico per distrarre i tedeschi dalla necessità della guerra. “E ‘sempre l’Ebreo – ha sostenuto Hitler- che cerca e riesce a impiantare modi così letali di pensare.” Eppure, per quanto esotico possa sembrare, il concetto di “Lebensraum” oggi è meno distante dai nostri modi di pensare di quanto crediamo. La Germania era stata bloccata durante la prima guerra mondiale, dipendendo dalle importazioni di materie prime agricole e dovendo affrontare incertezze reali circa il suo approvvigionamento alimentare. Hitler aveva trasformato queste paure in una visione di conquista assoluta per raggingere la sicurezza totale, la “Lebensraum” collegava una guerra di sterminio al miglioramento dello stile di vita. E partendo da queste premesse Joseph Goebbels, capo della propaganda nazista, avrebbe potuto definire lo scopo di una guerra di sterminio come “una grande prima colazione, un grande pranzo e una cena abbondante”, confondendo uno stile con la vita stessa.

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Per espandere il “Lebensraum” della Germania, Hitler mirava a togliere l’Ucraina all’Unione Sovietica, facendo morire di fame 30 milioni di europei dell’Est e trasferendo il cibo in Germania. Quando la Germania invase l’Unione Sovietica nel 1941, la campagna ebbe due obiettivi principali: il controllo del suolo ucraino fertile e la distruzione degli ebrei che vivevano lì. Fu questa invasione che mise i bambini ebrei indifesi in balia degli assassini degli “Einsatzgruppen”.

Ai giorni nostri, il cambiamento climatico minaccia di provocare un nuovo panico ecologico e finore a fare le spese della sofferenza sono stati i poveri in Africa e in Medio Oriente. In Sudan, la siccità ha portato al conflitto e lo spostamento di molti civili. All’ assassinio di massa di almeno 500.000 ruandesi nel 1994 ha seguito un calo della produzione agricola durato diversi anni . Gli Hutu hanno ucciso i Tutsi non solo per odio etnico ma per prendere la loro terra, come molti responsabili del genocidio hanno ammesso più tardi
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In Sudan, nel 2003 la siccità ha spinto gli arabi nelle terre dei pastori africani, il governo si schierò con gli arabi e perseguito una politica di liquidazione dei popoli Zaghawa, Masalit e Fur nel Darfur e nelle regioni circostanti. Il cambiamento climatico ha portato di nuovo al centro della politica delle grandi potenze anche le incertezze circa l’approvvigionamento alimentare: la Cina di oggi, come la Germania prima della guerra, è una potenza industriale incapace di nutrire la sua popolazione, ed è quindi dipendente da imprevedibili mercati internazionali.Ciò potrebbe rendere la popolazione della Cina sensibile ad una rinascita di idee come quella del “Lebensraum”. Il governo cinese deve bilanciare una storia non troppo lontana di morti per di fame con la promessa alla popolazione di oggi di una prosperità crescente – il tutto affrontando condizioni ambientali sempre più sfavorevoli. Il pericolo in realtà non è quello che i cinesi possano morire di fame in un prossimo futuro, o almeno non più di quanto i tedeschi potessero farlo nel 1930: il rischio è che un Paese sviluppato ed in grado di proiettare potenza militare potrebbe, come la Germania di Hitler, cadere nel panico ecologico e prendere misure drastiche per proteggere il suo attuale standard di vita.

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Come si può affrontare un tale scenario? La Cina sta già affittando un decimo dei terreni coltivabili dell’Ucraina, e acquistando cibo ogni volta che può. Durante la siccità del 2010, gli acquisti dettati dal panico cinese contribuirono ad innescare le rivolte per il pane e le rivolte in Medio Oriente. La leadership cinese considera già l’Africa come una fonte d alimenti a lungo termine, anche se molti africani ancora soffrono la fame, il loro continente detiene circa la metà delle terre incolte nel mondo. Come la Cina, gli Emirati Arabi Uniti e la Corea del Sud sono interessati alle regioni fertili del Sudan – ed in questo vengonio incalzati da Giappone, Qatar e Arabia Saudita nel tentativo di acquistare terreni in tutta l’Africa.

Le Nazioni che hanno bisogno di terra potrebbero probabilmente iniziare con contratti di locazione o di acquisto negoziati con tatto, ma in condizioni di stress o di bisogno acuto, tali zone di esportazione agrarie potrebbero diventare colonie fortificate, che provocano o attirano la violenza. Hitler aveva diffuso il panico ecologico, sostenendo che solo una conquista i nuovi territori avrebbe portato sicurezza alla Germania e negando la scienza che prometteva alternative alla guerra. Inquinando l’atmosfera con gas ad effetto serra, gli Stati Uniti hanno fatto più di qualsiasi altra nazione per realizzare il prossimo panico ecologico, ma questo è anche l’unico Paese in cui la scienza del clima ancora si opponga a certe élites politiche e commerciali. Chi detiene i grandi capitali tende a presentare i risultati empirici di scienziati come una cospirazione e mettere in discussione la validità della scienza -, un atteggiamento intellettuale che è pericolosamente vicino a quello d Hitler.

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Le conseguenze complete dei cambiamenti climatici possono raggiungere l’America solo qualche decennio dopo che il riscaldamento globale avrà seminato il terrore in altre regioni, ed a quel punto sarà troppo tardi per la scienza del clima e delle tecnologie energetiche per fare alcuna differenza. Infatti, dal momento in cui negli Stati Uniti la porta è stata aperta alla demagogia del panico ecologico, gli americani hanno impiegato anni a diffondere disastro climatico in tutto il mondo.

L’Unione Europea, invece, prende il riscaldamento globale molto sul serio, ma nello stesso tempo oggi sua esistenza è minacciata. In Africa e Medio Oriente continuano a diffondersi caldo e guerre di rabbia, migranti economici e profughi continuano ad avventurarsi in pericolosi viaggi per fuggire verso l’ Europa. In risposta, i populisti europei chiedono l’applicazione rigorosa dei rispetto dei confini nazionali e la fine dei sindacati, e molti di questi partiti populisti sono supportati dalla Russia, che sta apertamente perseguendo una politica del “divide et impera” con l’obiettivo della disgregazione europea.

Quando uccisione di massa è in cammino, non si annuncia nella lingua che ci è familiare. Lo scenario nazista del 1941, non riapparirà esattamente nella stessa forma, ma molti dei suoi elementi causali hanno già cominciato a montare. Non è difficile immaginare uno sterminio etnico di massa in Africa, che è già accaduto; o il trionfo di un ceppo totalitario violento dell’islamismo nel riarso Medio Oriente; o un gioco cinese per le risorse – in Africa o in Russia o nell’Europa orientale – che comporti la rimozione delle persone che già vivono lì; o ancora un crescente panico ecologico globale se l’America abbandona la scienza del clima o se l’Unione Europea va in pezzi. Oggi ci troviamo di fronte alla stessa scelta cruciale tra scienza e ideologia che un tempo fu proposta ai tedeschi- Riusciremo accettare l’evidenza empirica e sostenere nuove tecnologie energetiche, o consentire un’ondata di panico ecologica per diffondere in tutto il mondo? Negare la scienza mette in pericolo il futuro e resuscita i fantasmi del passato.

(Timothy Sneider, docente alla Yale University, autore di “Terra Nera: L’Olocausto come storia e avviso“)

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