Usa, ecco l'imballaggio biodegradabile che nutre invece di uccidere i pesci
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Usa, ecco l'imballaggio biodegradabile che nutre invece di uccidere i pesci

L'idea di un'azienda di birra della Florida. Composto da orzo e grano può essere ingerito da pesci e tartarughe. E non inquina.

Tartaruga vittima della plastica negli oceani
Tartaruga vittima della plastica negli oceani
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22 Maggio 2016 - 17.12


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Un’idea semplice, che non inquina ma soprattutto che non uccide i nostri piccoli amici che abitano nel mare. Arriva dagli Usa un imballaggio per birra totalmente biodegradabile che, se gettato in acqua, può essere mangiato da pesci e tartarughe senza che il materiale sia dannoso per il loro organismo. È  quello a cui ha pensato una piccola azienda che produce birra, in Florida, negli Stati Uniti, peraltro uno dei Paesi che produce maggior quantità di plastiche.

L’imballaggio bio. Gli imballaggi delle lattine di birra, e non solo, costituiscono un enorme problema per pesci e tartarughe, soprattutto perché spesso questi animali ci rimangono impigliati. Stiamo parlando dei classici “anelli” che servono per tenere insieme le lattine. I danni per l’ecosistema in generale sono comunque piuttosto ingenti. Il riciclo dei materiali, in quest’ottica, è una tra le soluzioni più accreditate per cercare di risolvere il problema dell’inquinamento. Da qui l’idea della Saltwater Brewery, piccola fabbrica di birra che ha deciso di creare questo imballaggio innovativo e biodegradabile sfruttando gli scarti della produzione della stessa birra come orzo e grano. L’unico incombente è rappresentato dai costi di produzione che saranno chiaramente più elevati rispetto a quelli degli anelli di plastica: quella che dovranno fare i clienti, quindi, sarà una scelta etica, decidere di pagare qualcosa in più per salvaguardare la vita degli animali e tutelare l’ambiente.

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I numeri: negli oceani più plastica che pesci. Secondo le stime negli oceani finiscono 8 milioni tonnellate di plastica l’anno, pari a un camion al minuto: tra 15 anni i calcoli prevedono addirittura un raddoppio delle quantità, cosicché nel 2050, in mare, potrebbero esserci più plastiche che pesci. I dati contenuti nello  studio della Fondazione Ellen MacArthur, sono da mani nei capelli. Oggi, meno del 5% della plastica viene riciclata, il 40 per cento finisce in discarica, e un terzo direttamente negli ecosistemi naturali, quali gli oceani. Nei mari del globo, infatti, galleggiano oltre 270 mila tonnellate di plastica, ossia 5.250 mila miliardi di particelle di plastica. Materiali che poi finiscono anche nei nostri stomaci: il 52% della popolazione marina, infatti, ingerisce plastiche. La plastica è una delle più gravi piaghe del nostro millennio: l’obiettivo è diffondere idee come quella avuta dall’azienda di birra in Florida, per incentivare altre realtà a seguire l’esempio e a una produzione più ecosostenibile.

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